1° GRUPPO DI LAVORO :
L’UNIONE
EUROPEA, LE SUE ISTITUZIONI, IL PROGETTO ISTITUZIONALE.
Il 2007 è un anno
importante per la storia dell’Unione Europea, non solo
perché il 25 marzo 1957 si firmavano a Roma i Trattati
istitutivi della C.E.E. e C.E.E.A., tappa fondamentale
del processo di integrazione , ma anche perché
quest’anno ricorre il centenario della nascita di
Altiero Spinelli.
Vogliamo
ricordare, come grande uomo politico ma soprattutto come uno dei primi teorici
del Federalismo Europeo, la figura di Altiero Spinelli; egli si è battuto
attivamente per la realizzazione di questo grande sogno, nonostante le
difficoltà politiche, e ha che professato un progetto di pace in un momento
storico in cui l’Europa era dilaniata dai grandi conflitti mondiali.
Ancora
oggi noi giovani ci rispecchiamo nel suo progetto politico e vogliamo lottare
per portarlo avanti. Riteniamo che sia fondamentale per la costruzione di una
Europa unita, democratica e federale una Costituzione che rappresenti l’identità
del popolo europeo.
Siamo
anche consapevoli però del fatto che si tratti di una grande sfida e che sia
necessario, per realizzarla, superare le resistenze degli Stati ed il modello
stesso di stato nazionale. nazionale.
Questa
stessa consapevolezza la ritroviamo nel discorso di Spinelli al Parlamento
Europeo del 14 settembre 1983: “ Avete tutti letto il romanzo di Hemingway in
cui si parla di un vecchio pescatore che, dopo aver pescato il pesce più grosso
della sua vita, tenta di portarlo a riva. Ma i pescicani a poco a poco lo
divorano, e quando egli arriva in porto gli rimane la lisca. Quando voterà fra
qualche minuto, il Parlamento avrà catturato il pesce più grosso della sua vita,
ma dovrà portarlo fino a riva, perché ci saranno sempre degli squali che
cercheranno di divorarlo. Tentiamo di non rientrare in porto con soltanto una
lisca”.
Questo
passo risulta quanto mai attuale oggi che corriamo nuovamente il rischio di
assistere al fallimento della Costituzione Europea. Temiamo infatti che le
mancate ratifiche, in alcuni degli Stati membri, blocchino l’entrata in vigore
del Trattato della Costituzione Europea e ci colpisce in particolare la mancata
ratifica, a seguito dell’esito negativo dei referendum popolari, di Francia ed
Olanda, due dei paesi fondatori delle Comunità Europee.
Il
Trattato che adotta la Costituzione è stato firmato nel 2004 dai rappresentanti
del Governi dei 25 Stati membri, ma la principale autrice è la “Convenzione
Europea”, un inedito Organismo, a maggioranza parlamentare, che l’ha elaborato
in poco più di un anno sotto la guida dell’ex Presidente della Repubblica
francese Valery Giscard d’Estaing.
L’obiettivo consisteva nell’aggiornare e migliorare i testi fondamentali che
avevano permesso la nascita della Comunità Economica Europea nel 1957 e, dopo,
dell’Unione Europea con il Trattato di Maastricht, ma, altresì, quello di porre
le basi per l’avvenire stesso dell’Europa, individuando valori, finalità e nuove
regole comuni di convivenza per un complesso di Stati che, con i successivi
ampliamenti, avevano notevolmente superato la “Piccola Europa” dei sei Stati
fondatori.
L’avere
visto perfezionare la sottoscrizione del Testo costituzionale ci ha permesso di
considerare quasi realizzato l’obiettivo dell’Europa unita, e non riteniamo
giusto che l’entrata in vigore della Costituzione sia subordinata al meccanismo
della unanimità dei processi di ratifica. Auspichiamo, convinti dell’esistenza
del popolo europeo, un referendum europeo, nel 2009, in coincidenza con le
prossime elezioni del Parlamento Europeo, a condizione però che i Governi degli
Stati membri si impegnino ad attivare una politica di informazione,
indispensabile per creare un radicato e molto esteso sentimento europeista.
Ci
auguriamo, quindi, l’entrata in vigore al più presto del “Trattato che adotta
una Costituzione”, nonostante riteniamo che contenga delle imperfezioni e delle
insufficienze che non possiamo non evidenziare, come, ad esempio, la mancanza
nel preambolo di un esplicito ripudio della guerra considerando, questo, un
obiettivo principale dell’Unione Europea.
Notiamo
altresì l’assenza di un riferimento al concette di federazione, essendo secondo
noi questo il modello politico sulla base del quale costruire l’Europa.
Attualmente infatti l’Unione Europea si presenta come una confederazione di
Stati dove l’interesse nazionale, ed i particolarismi dei singoli Statti,
prevalgono sull’interesse sopranazionale, che sarebbe meglio garantito da una
struttura federale.
La reticenza
degli Stati membri a cedere la loro sovranità ad un organismo sopranazionale si
evince dall’organigramma istituzionale in atto esistente.
Constatiamo
infatti che il Parlamento Europeo non dispone del potere di iniziativa
legislativa e che il Parlamento stesso, che dovrebbe essere l’organo legislativo
in quanto rappresentante del popolo, sia ridotto ad un ruolo subalterno al
Consiglio dei Ministri, espressione degli interessi degli Stati nazionali.
Contestiamo cioè lo strapotere del Consiglio dei Ministri e la presenza di un
meccanismo di voto all’unanimità nelle decisioni riguardanti la politica estera,
di sicurezza , e fiscale. L’esistenza del diritto di veto permette all’interesse
del singolo Stato di prevalere sulla maggioranza, limitando inevitabilmente lo
sviluppo democratico dell’Unione Europea.
Concludendo,
vogliamo esprimere la nostra idea di politica citando una frase di Weber che in
pieno la esprime: “la politica consiste in un lento e tenace superamento di dure
difficoltà, da compiersi con passione e discernimento al tempo stesso. E’
confermato da tutta l’esperienza storica che il possibile non verrebbe raggiunto
se nel mondo non si tentasse sempre l’impossibile”
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