STRASBURGO
- Prigione per i cybercriminali: almeno tre anni per chi costruisce una 'botnet',
cinque per chi attacca sistemi informatici vitali come quelli delle centrali
energetiche o le reti governative. La plenaria del Parlamento Ue ha
approvato (541 si', 91 no 9 astenuti) la nuova legge Ue che fissa pene per i
reati informatici. Sul testo, che sostituisce la vecchia direttiva del 2005,
c'e' gia' l' accordo col Consiglio che dovrebbe adottarlo a breve.
I singoli paesi avranno due anni per adeguare le legislazioni nazionali. Le
cosiddette 'botnet' sono le reti di computer che, all'insaputa degli utenti,
sono stati infettati con software maligni. Possono essere composte da
milioni di pc 'zombie' che vengono messi sotto controllo da chi ha creato la
rete 'botnet', spesso criminalita' organizzata, e possono essere usate per
scatenare attacchi.
La nuova direttiva punta a rafforzare il coordinamento tra gli stati membri
e le agenzie europee come Eurojust, il Centro europeo per la criminalita'
informatica di Europol e l'agenzia europea per la sicurezza delle reti e
dell'informazione (Enisa). I singoli paesi dovranno rispondere antro non
piu' di otto ore alle richieste urgenti di aiuto. Sul piano delle pene, i
codici penali dovranno prevedere non meno di due anni per i reati commessi
con accesso illegale ai sistemi informatici, per l'intercettazione illegale
dei dati nonche' per la creazione e diffusione del 'malware'.
Sale ad un minimo di tre anni
la pena per la creazione dei 'botnet' e ad almeno cinque quella per gli
attacchi di portata maggiore. E' prevista anche la responsabilita' delle
societa' che assumano o incaricano hacker per lo spionaggio industriale. In
questo caso e' prevista l'esclusione dai contributi o dagli appalti pubblici
o la chiusura coatta della societa' nei casi piu' gravi. Regno Unito e
Irlanda, che avrebbero potuto godere del cosiddetto 'opt out', hanno gia'
deciso di adottare la direttiva europea.
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