BRUXELLES
- Ci sono volute due notti di negoziati ma alla fine i ministri delle
finanze della Ue - a poche ore dall'apertura del vertice Ue - hanno
raggiunto un accordo sul meccanismo di 'fallimento ordinato' delle banche
che consente di evitare che a pagare per le banche in difficolta' siano gli
Stati, spesso rischiando il collasso come nel caso di Cipro.
''E' un buon compromesso
nella direzione dell'unione bancaria, contribuisce a spezzare il circolo
vizioso tra rischio sovrano e rischio bancario'', ha commentato su
twitter il ministro dell'economia Fabrizio Saccomanni al termine
dell'Ecofin. L'accordo ''aumenta la stabilita' finanziaria in Europa'',
ha detto il collega francese Pierre Moscovici.
Il ministro Saccomanni spiega come il meccanismo definito oggi sia ''un
sistema di tutela dei risparmiatori che combina un quadro armonizzato con
flessibilita' necessaria a tener conto di specificita' nazionali''.
In pratica si e' trovato un compromesso tra chi come Francia e Gran
Bretagna volevano piu' flessibilita', cioe' la possibilita' di scegliere da
soli a chi far pagare il conto delle banche che falliscono, e quelli come la
Germania che invece volevano regole uguali per tutti.
Secondo il ministro irlandese Micheal Noonan, l'accordo ''ci porta
dal 'bailout' al 'bail-in''', ovvero dal salvataggio da parte degli Stati
alla suddivisione delle perdite all'interno della banca stessa, ''tutelando
cosi' i contribuenti''.
In base al meccanismo
definito, quando una banca fallisce, a rimetterci saranno in prima
battuta gli azionisti, poi gli obbligazionisti meno assicurati, e infine i
depositi, fatti salvi quelli sotto i centomila euro che sono garantiti da
una direttiva europea. Soddisfatto anche il commissario Ue al mercato
interno Michel Barnier, auotre della direttiva originale, che ora vuole
anche il via libera del Parlamento Ue entro l'anno. |