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attualità    
Procedimenti d'infrazione aperti a giugno: principali decisioni
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Con le procedure d’infrazione aperte questo mese la Commissione europea avvia azioni legali nei confronti di alcuni Stati membri per inadempimento degli obblighi previsti dalla normativa dell’Unione. Le decisioni qui esposte, relative a settori diversi, si propongono di garantire la corretta applicazione del diritto dell’Unione a favore dei cittadini e delle imprese.

La Commissione ha adottato 186 decisioni, compresi 47 pareri motivati e 12 deferimenti alla Corte di giustizia dell'Unione europea, 4 dei quali comprendono sanzioni pecuniarie. Si riporta qui di seguito una breve esposizione delle decisioni principali. 

Ambiente: l'Italia nuovamente deferita alla Corte di giustizia in relazione allo smaltimento dei rifiuti in Campania; la Commissione chiede sanzioni pecuniarie

La Commissione europea ha deciso di deferire nuovamente l'Italia alla Corte di giustizia europea a causa della gestione non corretta dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, che si protrae ormai da molto tempo. Il diritto dell'Unione europea prevede infatti l'obbligo per gli Stati membri di raccogliere e smaltire i rifiuti in modo da proteggere la salute umana e l'ambiente. Dopo più di tre anni dalla precedente sentenza in materia, la Commissione deferisce nuovamente l'Italia alla Corte di giustizia. In questo caso la Commissione chiede l'imposizione di una sanzione forfettaria pari a 25 milioni di EUR (21 067 EUR per ciascun giorno trascorso tra le due sentenze della Corte), oltre ad una sanzione giornaliera di 256 819,20 EUR per ogni giorno successivo alla seconda sentenza della Corte e fino al termine dell'infrazione.

La Commissione chiede all'Italia di recuperare i prelievi sulle eccedenze dovuti dai produttori di latte

La Commissione ha esortato l'Italia all'azione per rimediare le carenze nel recupero dei prelievi sulle eccedenze dovuti dai produttori lattiero-caseari che hanno superato le quote individuali negli anni in cui il paese ha superato le quote latte nazionali.

Le autorità italiane, nonostante le ripetute richieste della Commissione, non hanno ancora adottato i provvedimenti opportuni per recuperare i prelievi dovuti tra il 1995 e il 2009, che si stima corrispondano a un importo complessivo di almeno 1,42 miliardi di EUR e che, per la maggior parte, non sono ancora stati riscossi. La Commissione ha sottolineato la necessità di rimborsare tale importo al bilancio dello Stato, per evitare che le conseguenze ricadano sui contribuenti italiani.

Il mancato recupero di questi prelievi vanifica le azioni intraprese a livello europeo per stabilizzare il mercato dei prodotti lattiero-caseari, oltre a creare distorsioni della concorrenza con altri produttori europei e italiani che hanno rispettato le quote di produzione o pagato i prelievi sulle eccedenze in caso di superamento dei limiti.

Ambiente: la Commissione chiede all'ITALIA e ai PAESI BASSI di recepire la normativa dell'Unione sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici

La Commissione europea ha esortato l'Italia e i Paesi Bassi a recepire la normativa dell'Unione sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici nei rispettivi ordinamenti giuridici nazionali. La direttiva in questione mira a ridurre al minimo l'uso degli animali in esperimenti e impone, laddove sia possibile, il ricorso ad alternative, garantendo nel contempo la massima qualità della ricerca svolta nell'Unione. La direttiva avrebbe dovuto essere recepita dagli Stati membri entro il 10 novembre 2012. Poiché nessuno dei due Stati membri ha rispettato la scadenza, il 31 gennaio 2013 la Commissione ha notificato loro una lettera di costituzione in mora. L'Italia non ha ancora comunicato alla Commissione alcuna modifica della normativa nazionale in materia. I Paesi Bassi sostengono che il campo d'applicazione della direttiva coincida parzialmente con quello della legislazione olandese vigente, ma la Commissione continua a nutrire preoccupazioni riguardo al mancato recepimento di determinate disposizioni nell'ordinamento giuridico olandese. La Commissione ha pertanto deciso di inviare ad entrambi gli Stati membri un parere motivato. Se gli Stati membri non adotteranno i provvedimenti necessari entro due mesi, i loro casi potranno essere deferiti alla Corte di giustizia dell'Unione europea, che può imporre sanzioni pecuniarie.

Appalti pubblici: la Commissione chiede all'Italia di rispettare la normativa UE

La Commissione europea ha chiesto all'Italia di applicare correttamente la normativa dell'Unione sugli appalti pubblici alla procedura per la costruzione di nuovi edifici per l'amministrazione giudiziaria a Bari, il cui valore stimato ammonta a 350 milioni di euro. L'Italia non ha applicato le norme pertinenti del diritto dell'Unione in materia di appalti pubblici in quanto riteneva si trattasse solamente di un contratto di locazione e non di un appalto di lavori.

La Commissione ritiene pertanto che l'Italia sia venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in virtù della direttiva 93/37/EEC che coordina le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori (direttiva applicabile al momento dell'aggiudicazione). Le norme dell'Unione in tema di appalti pubblici sono state formulate per garantire la concorrenza nell'UE, la trasparenza e la parità di trattamento, nonché il miglior rapporto qualità/prezzo. La mancata applicazione di tali norme danneggia l'interesse pubblico, oltre a rendere più difficile per gli operatori economici privati la partecipazione agli appalti pubblici.

La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato basato sulle procedure d’infrazione dell’UE. In caso di mancata notifica, entro due mesi, dei provvedimenti adottati per porre fine a tale violazione del diritto dell'Unione, la Commissione potrà decidere di deferire il caso all'esame della Corte di giustizia dell'Unione europea.

Per ulteriori informazioni:http://ec.europa.eu/internal_market/publicprocurement/index_en.htm

 

Europa & Mediterraneo 21/06/2013 -
Notiziario settimanale di Euromed Carrefour Sicilia - Autorizzazione Tribunale di Palermo n. 26 del  20/21.10.1998