Con le procedure d’infrazione aperte questo mese la Commissione europea
avvia azioni legali nei confronti di alcuni Stati membri per inadempimento
degli obblighi previsti dalla normativa dell’Unione. Le decisioni qui
esposte, relative a settori diversi, si propongono di garantire la corretta
applicazione del diritto dell’Unione a favore dei cittadini e delle imprese.
La Commissione ha adottato 186 decisioni, compresi 47 pareri motivati e
12 deferimenti alla Corte di giustizia dell'Unione europea, 4 dei quali
comprendono sanzioni pecuniarie. Si riporta qui di seguito una breve
esposizione delle decisioni principali.
Ambiente:
l'Italia nuovamente deferita alla Corte di giustizia in relazione allo
smaltimento dei rifiuti in Campania; la Commissione chiede sanzioni
pecuniarie
La Commissione europea ha deciso di deferire nuovamente l'Italia alla Corte
di giustizia europea a causa della gestione non corretta dello smaltimento
dei rifiuti nella regione Campania, che si protrae ormai da molto tempo. Il
diritto dell'Unione europea prevede infatti l'obbligo per gli Stati membri
di raccogliere e smaltire i rifiuti in modo da proteggere la salute umana e
l'ambiente. Dopo più di tre anni dalla precedente sentenza in materia, la
Commissione deferisce nuovamente l'Italia alla Corte di giustizia. In questo
caso la Commissione chiede l'imposizione di una sanzione forfettaria pari a
25 milioni di EUR (21 067 EUR per ciascun giorno trascorso tra le due
sentenze della Corte), oltre ad una sanzione giornaliera di 256 819,20 EUR
per ogni giorno successivo alla seconda sentenza della Corte e fino al
termine dell'infrazione.
La Commissione chiede all'Italia di recuperare i prelievi sulle eccedenze
dovuti dai produttori di latte
La Commissione ha esortato l'Italia all'azione per rimediare le carenze nel
recupero dei prelievi sulle eccedenze dovuti dai produttori lattiero-caseari
che hanno superato le quote individuali negli anni in cui il paese ha
superato le quote latte nazionali.
Le autorità italiane, nonostante le ripetute richieste della Commissione,
non hanno ancora adottato i provvedimenti opportuni per recuperare i
prelievi dovuti tra il 1995 e il 2009, che si stima corrispondano a un
importo complessivo di almeno 1,42 miliardi di EUR e che, per la maggior
parte, non sono ancora stati riscossi. La Commissione ha sottolineato la
necessità di rimborsare tale importo al bilancio dello Stato, per evitare
che le conseguenze ricadano sui contribuenti italiani.
Il mancato recupero di questi prelievi vanifica le azioni intraprese a
livello europeo per stabilizzare il mercato dei prodotti lattiero-caseari,
oltre a creare distorsioni della concorrenza con altri produttori europei e
italiani che hanno rispettato le quote di produzione o pagato i prelievi
sulle eccedenze in caso di superamento dei limiti.
Ambiente:
la Commissione chiede all'ITALIA e ai PAESI BASSI di recepire la normativa
dell'Unione sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici
La Commissione europea ha esortato l'Italia e i Paesi Bassi a recepire la
normativa dell'Unione sulla protezione
degli animali utilizzati a fini scientifici nei
rispettivi ordinamenti giuridici nazionali. La direttiva in questione mira a
ridurre al minimo l'uso degli animali in esperimenti e impone, laddove sia
possibile, il ricorso ad alternative, garantendo nel contempo la massima
qualità della ricerca svolta nell'Unione. La direttiva avrebbe dovuto essere
recepita dagli Stati membri entro il 10 novembre 2012. Poiché nessuno dei
due Stati membri ha rispettato la scadenza, il 31 gennaio 2013 la
Commissione ha notificato loro una lettera di costituzione in mora. L'Italia
non ha ancora comunicato alla Commissione alcuna modifica della normativa
nazionale in materia. I Paesi Bassi sostengono che il campo d'applicazione
della direttiva coincida parzialmente con quello della legislazione olandese
vigente, ma la Commissione continua a nutrire preoccupazioni riguardo al
mancato recepimento di determinate disposizioni nell'ordinamento giuridico
olandese. La Commissione ha pertanto deciso di inviare ad entrambi gli Stati
membri un parere motivato. Se gli Stati membri non adotteranno i
provvedimenti necessari entro due mesi, i loro casi potranno essere deferiti
alla Corte di giustizia dell'Unione europea, che può imporre sanzioni
pecuniarie.
Appalti pubblici: la
Commissione chiede all'Italia di rispettare la normativa UE
La Commissione europea ha chiesto all'Italia di applicare correttamente la
normativa dell'Unione sugli appalti pubblici alla procedura per la
costruzione di nuovi edifici per l'amministrazione giudiziaria a Bari, il
cui valore stimato ammonta a 350 milioni di euro. L'Italia non ha applicato
le norme pertinenti del diritto dell'Unione in materia di appalti pubblici
in quanto riteneva si trattasse solamente di un contratto di locazione e non
di un appalto di lavori.
La Commissione ritiene pertanto che l'Italia sia venuta meno agli obblighi
ad essa incombenti in virtù della direttiva
93/37/EEC che coordina
le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori (direttiva
applicabile al momento dell'aggiudicazione). Le norme dell'Unione in tema di
appalti pubblici sono state formulate per garantire la concorrenza nell'UE,
la trasparenza e la parità di trattamento, nonché il miglior rapporto
qualità/prezzo. La mancata applicazione di tali norme danneggia l'interesse
pubblico, oltre a rendere più difficile per gli operatori economici privati
la partecipazione agli appalti pubblici.
La richiesta della Commissione assume la forma di un parere motivato basato
sulle procedure d’infrazione dell’UE. In caso di mancata notifica, entro due
mesi, dei provvedimenti adottati per porre fine a tale violazione del
diritto dell'Unione, la Commissione potrà decidere di deferire il caso
all'esame della Corte di giustizia dell'Unione europea.
Per ulteriori informazioni:http://ec.europa.eu/internal_market/publicprocurement/index_en.htm
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