Le nuove regole dell'Ue sulla maniera in cui i poteri pubblici affidano la gestione dei servizi pubblici a delle aziende private non porteranno automaticamente alla privatizzazione. E non daranno istruzioni ai governi nazionali su come gestire o finanziare i servizi pubblici. Ecco quello che ci ha spiegato il deputato di centro destra Philippe Juin, che si occupa del dossier al PE e condurrà le negoziazioni informali con il Consiglio.
Secondo i pareri più critici, le nuove regole porteranno alla privatizzazione dei servizi pubblici, in particolare nel settore dell'acqua.
La direttiva non porterà alla privatizzazione né dell'acqua né di altri servizi. Nel testo verrà esplicitato che la direttiva non porterà alla privatizzazione dei servizi. La Commissione europea e il Consiglio si trovano d'accordo su questo punto.
Quelli che parlano di privatizzazione sono spinti da ragioni politiche. Non vogliono la direttiva quindi per liberarsene parlano di privatizzazione, sapendo che non è vero. Quando si vuole affossare una legge europea, si dice che é complicata o che si tratta di tecnocrazia. Oppure che è antidemocratica. Oppure ancora che riguarda la privatizzazione.
C'è una contraddizione tra iniziativa cittadina europea "L'acqua è un diritto umano" e la proposta della direttiva europea sulle concessioni?
Potrei firmare questa iniziativa a eccezione di un punto molto ambiguo che indica che l'acqua dovrebbe essere esclusa dalle regole del mercato interno dell'UE. Se queste regole entrassero in vigore, significherebbe che non ci sarebbe più trasparenza né concorrenza.
Sono d'accordo sul fatto che i poteri pubblici devono mantenere il controllo dei servizi pubblici. E in questo senso, l'acqua è un bene pubblico. Detto ciò, non dobbiamo vietare le soluzioni temporanee, rese possibili dalle concessioni. Le autorità pubbliche potranno decidere la durata e le condizioni di un contratto di concessione, e potranno riprendere il controllo alla scadenza di un contratto. L'importante non è che i poteri pubblici gestiscano i servizi pubblici, ma che abbiano sempre il controllo.
Questa direttiva non obbliga i poteri pubblici a scegliere una modello di gestione in particolare, ma nel caso di una concessione, essa dovrà avere una durata limitata.
Questo è l'emendamento che il PE ha proposto alla direttiva e approvato dal Consiglio.
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