Il
mondo
delle
imprese
vitivinicole
italiane
pur
essendo
un
alfiere
dell'export
made
in
Italy,
si
dimostra
tuttavia
retrò
nella
digitalizzazione:
da
Nord
a
Sud,
il
65%
delle
cantine
non
vende
online.
E
tra
chi
''cavalca''
(il
35%)
l'e-commerce
il
51%%
vende
on
line
attraverso
il
proprio
sito
web,
mentre
un
22%
si
appoggia
a
siti
specializzati
(nell'ordine
delle
citazioni:
Svinando;
Wineverse;
Tannico;
Vinix;
Winetowine;
Winezon).
Il
restante
27%
opera
già
su
entrambi
i
fronti.
E'
quanto
emerge
da
un
sondaggio
svolto
da
Grs
Ricerca
e
Strategia
per
Wine2wine,
evento
e
brand
di
Veronafiere,
cui
hanno
partecipato
oltre
450
cantine
italiane
distribuite
su
tutto
il
territorio
nazionale
e
rappresentative
sia
delle
Pmi
che
di
grani
realtà.
Dal
punto
di
vista
geografico,
le
cantine
più
attive
su
web
sono
quelle
di
Toscana,
Lombardia,
Abruzzo
e
Sicilia.
Sotto
la
media
sono
invece
i
produttori
di
Emilia
Romagna,
Trentino
A.A.,
Veneto
e
Piemonte.
Nel
42%
dei
casi
il
canale
delle
vendite
on-line
nel
2014
ha
rappresentato
il
2-3%
del
fatturato
annuo
totale,
mentre
nel
21%
dei
casi
questa
percentuale
aumenta
oltre
il
10%.
A
motivare
il
digital
divide
del
mondo
di
Bacco
rispetto
ad
altri
settori
forti
nell'export,
secondo
quanto
lamentano
i
produttori
intervistati,
la
mancanza
di
focus
e
know
how,
il
conflitto
tra
l'e-commerce
ed i
canali
di
vendita
tradizionali.
Diverse
poi
le
cantine
che
dichiarano
di
preferire
ancora
la
relazione
diretta
con
la
propria
clientela.
Infine,
sono
molte
le
cantine
che
hanno
dichiarato
di
essersi
già
attivate
per
vendere
on-line
e di
essere
quasi
pronte
ad
iniziare.
In
prospettiva,
oltre
il
40%
delle
cantine
che
già
vendono
on-line
si
aspetta
uno
sviluppo
rilevante
per
questo
canale
nei
prossimi
mesi. |