L’Indicazione
Geografica
Protetta
esisterà
fin
dalla
prossima
produzione.
Tutelati
i
produttori
e i
consumatori
L’olio
extra
vergine
di
oliva
siciliano
diventa
Igp.
Il
Ministro
delle
Politiche
Agricole,
Maurizio
Martina,
ha
posto
la
firma
sul
decreto
che
sancisce
l’Indicazione
Geografica
Protetta
per
uno
dei
prodotti
simbolo
dell’Isola
e
della
dieta
mediterranea.
Soddisfatto
del
traguardo
raggiunto
Maurizio
Lunetta,
presidente
dell’Associazione
per
la
Tutela
dell’Olio
Extravergine
d’oliva
di
Sicilia:
“Un
risultato
che
corona
un
lungo
e
difficile
lavoro
per
il
quale
ringrazio
tutti
coloro
che
insieme
con
il
comitato
promotore
si
sono
impegnati
per
ottenere
l’Igp
Sicilia
dell’olio
extravergine
d’oliva:
dall’assessorato
regionale
dell’Agricoltura
ai
Consorzi
di
tutela
siciliani
dell’olio
Dop”.
La
conquista
della
denominazione
Igp
rappresenta
una
vera
rivoluzione
per
i
produttori
e
una
garanzia
per
i
consumatori.
L’Indicazione
Geografica
Protetta
è un
marchio
di
qualità
rilasciato
dall’Unione
Europea
su
proposta
del
Ministero
delle
Politiche
Agricole
e
Forestali.
La
sua
attribuzione
coinvolge
quelle
tipologie
di
produzione
di
cui
si
certifichi
l’origine
storica
del
territorio
del
prodotto.
Un
contributo
sostanziale
per
il
riconoscimento
dell’olio
made
in
Sicily
è
stato
dato
dall’Associazione
per
la
Tutela
dell’Olio
Extravergine
d’oliva
di
Sicilia,
attorno
alla
quale
si è
raccolta
l’intera
compagine
regionale
della
filiera
olearia,
dalla
produzione
alla
vendita.
Soddisfatto
dell’importante
risultato
raggiunto,
l’assessore
regionale
all’Agricoltura
Nino
Caleca:
“Un
fatto
importante
per
l’olio
siciliano.
Chi
sceglie
la
certificazione
della
qualità
sarà
premiato,
non
solo
dal
mercato,
ma
anche
dall’assessorato,
perchè
come
politica
puntiamo
a
privilegiare
chi
sceglie
le
vie
delle
certificazioni
e
delle
qualità”.
La
Sicilia
è la
terza
regione
d’Italia
per
produzione
dopo
Puglia
e
Calabria.
Il
raccolto
di
olive
raggiunge
i 3
milioni
di
quintali
circa,
con
una
produzione
di
olio
pari
a 50
mila
tonnellate,
raggiungendo
i
500
milioni
di
euro
di
consumo
del
prodotto.
A
esercitare
il
controllo
sulla
conformità
della
produzione
olearia
è
l’Istituto
Regionale
Vini
e
Oli
di
Sicilia
(IRVOS),
ente
di
certificazione
riconosciuto
dal
Ministero
delle
Politiche
Agricole
e
Forestali.
Le
olive
dovranno
essere
prodotte,
raccolte
e
lavorate
esclusivamente
all’interno
dei
confini
regionali,
così
come
l’imbottigliamento
del
prodotto
finito.
Le
27
varietà
che
daranno
vita
all’olio
extravergine
Igp
Sicilia
sono
esclusivamente
isolane.
Tra
le
più
conosciute
le
varietà
Biancolilla,
Nocellara
del
Belice
e
Nocellara
Etnea,
Tonda
Iblea,
Cerasuola,
Moresca,
Ogliarola
Messinese
alle
quali
si
accosteranno
le
meno
note
Brandofino,
Minuta,
Santagatese,
Piricuddara,
Verdello,
Aitana,
Bottone
di
gallo,
Cavalieri,
Erbano,
Lumiaru,
Nerba,
Olivo
di
Mandanici,
Vaddarica,
Verdese,
Marmorigna.
A
beneficiare
del
marchio
Igp
sarà
soprattutto
il
consumatore,
che
potrà
verificare
con
certezza
l’origine
e le
caratteristiche
del
prodotto
consultandone
l’etichetta.
Spiega
Lunetta:
“È
la
seconda
Igp,
dopo
quella
della
Toscana,
di
un
olio
extravergine
riconosciuta
in
Italia
e
certamente
la
prima
per
estensione
e
produzione.
L’olio
della
prossima
campagna,
potrà
quindi
fregiarsi
delle
denominazione
“Sicilia”
se
si
seguono
le
regole
dettate
dal
disciplinare
di
produzione,
regole
decise
prima
dall’intera
filiera
produttiva
e
approvate
dal
ministero.
La
protezione
provvisoria,
diventerà
definitiva
con
la
pubblicazione
nella
Gazzetta
Ufficiale
dell’Unione
europea”.
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