ROMA,
30 OTT -
Aumenta il
lavoro nero
e irregolare
in
agricoltura:
nei primi 6
mesi del
2014
l'incidenza
sul totale è
del 32%,
quasi il 5%
in più
rispetto al
2011 e lo
0,3%
rispetto
allo scorso
anno. E'
quanto
emerge
dall'indagine
Eurispes-Uila
'#Sottoterra',
presentata
al Congresso
del
sindacato
alimentare,
secondo la
quale questa
piaga
dilagante è
una
'reazione'
al perdurare
della crisi,
una sorta di
'immersione
da
sopravvivenza',
che potrà
essere
recuperata
solo
attraverso
chiari
segnali sul
fronte della
riduzione
della
pressione
fiscale e di
profondo
cambiamento
delle
politiche
del lavoro.
Un fenomeno
che, secondo
l'indagine,
colpisce
maggiormente
i lavoratori
stranieri,
che
rappresentano
la quota più
consistente
degli
irregolari.
Isolati e
invisibili,
questi
'nuovi
schiavi',
come li
definisce
l'indagine,
vivono
spesso in
baraccopoli
che
costituiscono
veri e
propri
ghetti, con
paghe ben al
di sotto di
quanto
previsto dai
contratti
nazionali.
C'è chi
riceve 20
euro al
giorno in
nero, per 12
ore di
lavoro nei
campi
dall'alba al
tramonto,
corrispondenti
a 1,60 euro
l'ora, un
quinto del
minimo
sindacale;
chi invece
1,90 euro
l'ora dalle
5 della sera
alle 5 del
mattino e
chi ancora
35 euro al
giorno per
raccogliere
le ciliegie
o 38-40 euro
al giorno
come
bracciante
nei campi.
(ANSA)
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