PISA
- Un nuovo
metodo
antifrode
per testare
l'olio
extravergine
di oliva in
modo più
economico e
veloce
rispetto
alle
pratiche
esistenti
tanto che,
in
prospettiva,
potrebbe
essere usato
direttamente
nei punti
vendita.
A idearlo è
stato un
gruppo di
ricercatori
del
Dipartimento
di Chimica e
Chimica
Industriale
dell'Università
di Pisa
coordinato
dalla
giovane
Valentina
Domenici e
composto da
Donatella
Ancora,
Mario
Cifelli,
Carlo
Alberto
Veracini,
Maurizio
Zandomeneghi
e Andrea
Serani
dell'oleificio
Salov di
Massarosa in
provincia di
Lucca.
I risultati
di questa
ricerca sono
stati appena
pubblicati
sul Journal
of
Agricoltural
and Food
Chemistry.
I pigmenti,
pur
rappresentando
solo il 2%
del totale
dei composti
presenti
nell'olio,
sono
fondamentali
per testarne
le qualità
organolettiche
e rivelare
le
principali
frodi e
manipolazioni
a cui può
esser stato
sottoposto.
I casi più
comuni di
contraffazione
sono il
miscelamento
con olio di
semi di
girasole, la
cattiva
conservazione
in
condizioni
non ottimali
di luce,
calore e
odori, e il
riscaldamento,
che di
solito viene
usato per
eliminare
quelle
sostanze
volatili che
determinano
un odore e
un sapore
sgradevole
dell'olio
stesso.
"In
tutti questi
casi - ha
spiegato
Valentina
Domenici -
la curva
dello
spettro che
si ottiene
cambia
sostanzialmente
e diventa
una spia che
svela la
frode.
Bastano
pochi minuti
e si ha già
il responso,
mentre
utilizzando
le
metodologie
più costose,
le uniche
ancora
contemplate
dai
regolamenti
dell'Unione
europea, ci
vogliono in
media uno o
due giorni
di lavoro in
laboratori
specializzati". |