-
BOLOGNA
- I
giovani
sono
sempre
più
in
fuga
dalle
campagne:
non
solo
la
crisi
degli
ultimi
anni
non
ha
invertito
il
trend,
ma
sono
sempre
meno,
in
Italia,
gli
under
40
che
decidono
di
dedicarsi
al
settore
agroalimentare.
Lo
rivela
un'indagine
di
Nomisma,
che
saranno
presentate
giovedì
alla
fiera
Eima
di
Bologna,
in
un
convegno
organizzato
da
L'Informatore
Agrario
e
FederUnacoma.
Il
trend
occupazionale
tra
il
2008
e il
2013
è
negativo:
se
coloro
che
hanno
un
impiego
nell'agricoltura
sono
diminuiti
del
6%,
quelli
con
meno
di
24
anni
registrano
un
calo
più
che
doppio,
pari
al
-15%.
E se
in
Italia
gli
imprenditori
agricoli
con
oltre
65
anni
costituiscono
il
37%
del
totale,
contro
il
5%
di
chi
invece
ha
meno
di
35
anni,
in
Francia
gli
over
65
sono
pari
al
12%,
mentre
in
Germania
sono
solo
il
5,3%.
Questa
struttura
demografica
si
riflette
ovviamente
sull'indice
di
ricambio
generazionale
(rapporto
tra
imprenditori
con
meno
di
35
anni
e
imprenditori
con
oltre
65
anni)
che
vede
l'Italia
in
una
posizione
di
debolezza
relativa
rispetto
ai
principali
Paesi
europei.
Se
in
Italia
l'indice
di
ricambio
generazionale
è
pari
al
14%
(nel
1990
era
il
17,5%),
vale
a
dire
14
giovani
ogni
100
anziani,
tale
rapporto
in
Spagna
è
del
18%,
del
73%
in
Francia
e
addirittura
del
134%
in
Germania.
Tra
gli
handicap
per
lo
sviluppo
dell'attività
sono
stati
additati,
nella
ricerca
di
Nomisma,
la
burocrazia
e la
difficoltà
a
reperire
risorse
finanziarie
per
investimenti.
Meno
del
10%
dei
giovani
agricoltori
è
soddisfatto
della
propria
dotazione
di
macchine
e
attrezzature.
Influisce
negativamente
la
percezione
da
parte
del
67%
degli
intervistati
di
essere
considerati
dall'opinione
pubblica
- in
qualità
di
agricoltori
- di
"rango
sociale"
inferiore.
Questa
sensazione
negativa
porta
il
47%
dei
giovani
agricoltori
ad
auspicare
che
i
propri
figli
continuino
l'attività
agricola
a
patto
di
un
miglioramento
delle
condizioni
economiche
del
settore,
mentre
un
10%
si
augura
che
possano
trovare
occupazione
in
un
altro
comparto. |