BRUXELLES, 25 MAR - La proposta di
riforma per il biologico in Europa rappresenta - come ha annunciato ieri
a Bruxelles il ministro per la politica agricola Maurizio Martina -
"una delle grandi priorità di politica agricola del semestre di
presidenza italiano dell'Ue" che inizia il primo luglio.
La riforma proposta dal commissario Ue Dacian Ciolos, oltre ad aprire il
biologico ai piccolo produttori, punta a eliminare le deroghe per creare
una concorrenza più leale all'interno e all'esterno dell'Ue.
Ecco i
principali elementi.
-
OGM-FREE: il biologico é per
definizione privo di Ogm.
Tuttavia, ai fini dell'etichettatura, é tollerata una presenza
accidentale e non intenzionale di Ogm autorizzati nell'Ue, nella misura
dello 0,9% per ingrediente. Per il biologico però c'é l'obbligo di
individuare la causa della presenza di Ogm.
- AZIENDE:
no alle aziende agricole miste, dove in parte si produzione biologico e
in parte no, per favorirne controlli. -
-
CONTROLLI: vengono estesi a
tutta la filiera senza eccezione, dai produttori ai trasformatori ai
distributori. Decade la deroga alla distribuzione per i prodotti
pre-confezionati. I controlli saranno mirati dove i rischi sono
maggiori.
- PESTICIDI:
la presenta di residui sarà armonizzata nell'Ue per permettere una
concorrenza leale tra Stati membri.
- APPLICAZIONE:
é previsto un periodo transitorio fino al 2021 per le sementi e per gli
animali da riproduzione. Per gli altri settori la riforma dovrebbe
essere operativa nel 2017.
- MANGIMI:
dall'entrata in vigore della riforma, il
100% dei mangimi utilizzati dovrà essere bio. Nell'allevamento non é più
permesso, nella fase finale dell'ingrasso, mantenere fermo il bestiame
nelle stalle.
-
IMPORTAZIONI: Attualmente l'Ue
accetta come equivalenti 60 tipi di standard biologici dei Paesi terzi.
Per il futuro ci vorrà la conformità alle regole Ue da parte dei Paesi
terzi.
-
PRODOTTI TRASFORMATI: il logo
bio sugli alimenti trasformati garantisce che almeno il 95% del prodotto
é biologico. I trasformatori dovranno introdurre procedure di gestione
ambientali (ad esempio sotto il profilo energetico e idrico)
-
CERTIFICAZIONE BIO:
si da' la possibilità ai piccoli produttori (la cui azienda non supera 5
ettari) di convertirsi al biologico aderendo ad un regime di
certificazione di gruppo. Bruxelles preme sugli Stati membri affinché
venga anche attivata la certificazione elettronica per migliorare i
controlli.
- ESPORTAZIONI:
nel capitolo sugli accordi internazionali la Commissione ha la
possibilità di negoziare l'export europeo di prodotti bio e non solo le
importazioni, come avviene ora.
- RICONVERSIONE RETROATTIVA A
BIO: Non sarà più possibile
ottenerla, salvo per le terre non coltivate per la durata della
riconversione che é di due anni per pascoli e culture arabili e di 3
anni per le colture permanenti, come i frutteti e vigneti.
- Acquacoltura:
anche per il settore é vietata la riconversione retroattiva, ma si
prevede di estendere al 2021 la deroga per utilizzare a fini
riproduttivi giovanili non biologici. (ANSA). |