Secondo l’Europarlamento la PAC 2014-2020 tutela maggiormente le grandi
aziende europee. Adottata una risoluzione per assicurare la
sopravvivenza delle piccole aziende agricole.
L’agricoltura non è fatta solo dalle grandi aziende che producono
tonnellate di derrate alimentari al mese: l’ultima riforma della PAC
pare essersene dimenticata, o almeno questo è quello che il Parlamento
europeo ha denunciato durante l’ultima plenaria.
I membri del Parlamento invitano così
gli Stati membri e la Commissione ad avere un occhio di riguardo per le
piccole aziende agricole.
Spesso ci si dimentica del ruolo svolto
dalle piccole realtà locali che non si limitano alla produzione e che
sono in prima linea anche nel campo della cura del paesaggio e della
protezione della biodiversità in natura. Le piccole aziende agricole
svolgono inoltre un impegno sociale fondamentale per la lotta alla
povertà, rifocillando milioni di individui che potrebbero costituire a
loro volta la manodopera necessaria agli altri settori economici e
rappresentano i primi custodi delle tradizioni e dei costumi regionali.
Per questi e altri motivi, il Parlamento
ha adottato una risoluzione per assicurare la sopravvivenza delle
piccole aziende agricole europee, per difenderle dall’aggressione
demografica, commerciale e tecnologica che stanno subendo in questi
ultimi anni.
Non va dimenticato, da ultimo, il
fenomeno in costante crescita “dell’esodo rurale”, che consiste
nell’abbandono delle zone rurali da parte della popolazione contadina
con conseguente perdita delle colture locali tradizionali.
Coinvolgere gli
Stati membri, aumentare i pagamenti diretti, migliorare le
infrastrutture
Qual è dunque la soluzione al problema?
Gli eurodeputati suggeriscono di coinvolgere direttamente gli Stati
membri per fornire ulteriori sussidi ai piccoli agricoltori per
realizzare infrastrutture adeguate, per garantire assistenza sanitaria,
la cura dei bambini, l’accesso alla connessione a banda larga e aiutare
a creare e sviluppare nuove piccole e medie imprese nelle zone rurali.
Essenziale, dal loro punto di vista, è
anche un deciso aumento della quota di vendite dirette di prodotti
tradizionali sui mercati regionali e locali. A questo scopo le Autorità
nazionali dovrebbero impegnarsi per lo sviluppo di infrastrutture di
vendita diretta più efficienti, in modo che i consumatori possano avere
facile accesso a prodotti agricoli “poco costosi, freschi e di qualità”.
Altra iniziativa da prendere in considerazione è quella di aumentare i
livelli dei pagamenti diretti a favore dei piccoli agricoltori: vanno
coinvolti altri strumenti di finanziamento Ue, come i Fondi strutturali,
che dovranno integrare i finanziamenti previsti dalla PAC.
I Governi nazionali sono chiamati, anche in questo caso, ad un ulteriore
sforzo, e precisamente a predisporre strumenti finanziari appositi
(microcredito, prestiti a tasso agevolato, leasing, garanzie di credito,
ecc.) a favore dell’agricoltura locale.
Il Parlamento chiede persino di escludere gli aiuti finanziari statali
usati in questo settore dal novero dei proibiti Aiuti di Stato, in
quanto non distorsivi della concorrenza. Da ultimo, ma non per
importanza, l’Emiciclo chiede che siano mossi aiuti specifici per
sostenere la produzione delle piccole aziende agricole situate in zone
montane o svantaggiate.
|