BARI,
14 MAG - ''Manca proprio
l'uva'' nell'immagine simbolo
della mascotte di Expo 2015,
una maschera di ortofrutta chiamata
'Foody'.
Lo denunciano gli ideatori di 'tablegrapes.it',
il primo portale in Italia dedicato all'uva da tavola, nato e presentato
in Puglia nel corso di un incontro con i giornalisti che si è svolto a
Rutigliano (Bari).
"E' inconcepibile - spiegano all'ANSA -
che in Italia se ne producano 70 milioni di quintali l'anno, ma l'uva da
tavola sia stata esclusa dall'immagine dell'Expo". E non è un caso se
l'idea del portale sia partorita nel 'tacco d'Italia', dove l'uva da
tavola viene prodotta per circa 10 milioni di quintali l'anno: il 20% di
quella nazionale. In particolare nella zona del Gruppo di azione locale
del Sud-Est barese, il cui presidente, Pasquale Redavid, ha avuto l'idea
di 'tablegrapes'
con l'intento di "migliorare la comunicazione tra tutti gli attori della
filiera che troppo spesso non si parlano".
Del resto, in Puglia le imprese hanno
vinto la sfida della crisi puntando sulla "qualità - spiega Vincenzo
Demattia, di Extrafrutta - perché se la nostra azienda l'anno scorso ha
chiuso con un più 12% di fatturato, che si aggira sui 35 milioni di euro
l'anno, è perché siamo riusciti a garantire continuità nella qualità,
pur contenendo i prezzi ed esportando all'estero solo il 10% della
nostra produzione; mentre l'80% è destinato in particolare al
Triveneto".
Ma il nuovo traguardo, sottolinea Marco
Salvi, presidente di Fruit Imprese, "è quello di fare rete perché il
nemico non è in Italia: ora dobbiamo conquistare gli scaffali della
grande distribuzione all'estero. Per far questo, però, la politica deve
aiutarci''.''Spesso - ha aggiunto - mancano gli accordi bilaterali con
certi Paesi dove l'Italia non può esportare. Eppure se ci aprissimo
all'Asia, al Giappone, al Messico, alla Cin dove oggi esportiamo solo il
Kiwi, il nostro agroalimentare raggiungerebbe centinaia di mln di
cittadini".
Purtroppo, ricorda il presidente di
Ortofrutta Italia, Nazario Battelli, "specie in Germania e in
Inghilterra, dove c'è la rincorsa al prodotto più pulito, si deve capire
che la nostra uva fa bene''. L'uva da tavola ma anche "l'olio, i vini e
gli ortaggi della Puglia", sostiene il presidente del Centro servizi
Ortofrutticolo, Paolo Bruni, "sono in tutto il mondo simbolo
dell'italianità, un simbolo che sei italiani su dieci attribuiscono
ormai solo all'agroalimentare".(ANSA). |