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Al via un'altra importante iniziativa
"Passitaly",
un progetto strategico che vuole mettere in evidenza non
solo i passiti naturali, figli del sole, ma anche e
soprattutto l'isola di Pantelleria, centro del
Mediterraneo e simbolo dell'incrocio tra natura, uomo,
territorio e cultura. |
ANSA - Sicilia
PALERMO - Una grande manifestazione dedicata ai passiti in uno scenario incantevole, Pantelleria, patria del Moscato Passito naturale d'Alessandria. Sarà questo il leit-motiv di "Passitaly" la manifestazione che si organizzerà nella prima decade di settembre nell'isola di Pantelleria (Trapani) grazie all'intesa tra il Comune, l'assessorato regionale all'Agricoltura e VeronaFiere. La novità sarà annunciata al Vinitaly e poi presentata ufficialmente a Parigi, il 16 giugno.
Sarà una sorta di fiera naturale diffusa nella quale cantine locali, italiane e mediterranee si apriranno e metteranno in vetrina i propri vini passiti con degustazioni e aperitivi che accompagneranno premiazioni, serate di gala e di musica, oltre a iniziative culturali come mostre e concorsi. Un evento che si pone l'obiettivo di valorizzare il passito naturale, ma che coinvolgerà anche gli altri aspetti dell'enoturismo a cominciare dalla vite ad alberello, patrimonio dell'Unesco. E trascinerà con sé anche gli altri prodotti della gastronomia pantesca (ad esempio i rinomati capperi) e le bellezze naturali e paesaggistiche (il mare e gli splendidi scenari agricoli). "In un contesto in cui l'architettura del paesaggio agrario è unica - afferma Salvatore Gabriele, sindaco di Pantelleria - vogliamo lanciare la scommessa di un'isola che crede nella propria storia, nella propria identità, nella riscoperta delle autentiche tradizioni e di un prodotto anch'esso unico, il Moscato Passito naturale d'Alessandria".
Pantelleria si è conquistata una posizione di vertice nel mondo enologico grazie alla produzione dei passiti. Da questa vetta dialoga con i territori del mediterraneo che producono vini dolci come le grandi Malvasie (ad esempio le Isole Eolie), il Sauternes francese, il Tokaj ungherese. Il Moscato d'Alessandria, fra l'altro, unisce le due sponde del Mediterraneo perché fu introdotto dai Cartaginesi in Sicilia e quindi in Europa, sia come pregiata uva da tavola che come uva da vino.