ROMA,
10 GIU - Aiutare gli agricoltori a usare il giusto
quantitativo di fertilizzanti, senza eccedere, può
contribuire a contrastare il cambiamento climatico
contenendo le emissioni di un gas a effetto serra, il
protossido di azoto. Lo affermano i ricercatori
dell'università statale del Michigan, che hanno preso in
esame i dati sui fertilizzanti azotati impiegati nei
terreni coltivati a livello mondiale.
Le emissioni di protossido di azoto, prodotto dai
terreni in seguito all'aggiunta di azoto, aumentano più
di quanto previsto quando la quantità di fertilizzanti
azotati usata supera il fabbisogno delle colture,
spiegano gli esperti. Dall'agricoltura proviene l'80%
delle emissioni antropiche di protossido di azoto, che è
il terzo gas serra più diffuso dopo l'anidride carbonica
e il metano.
''Il nostro scopo è capire dove indirizzare al meglio
gli sforzi nel settore agricolo per rallentare il
riscaldamento globale'', dice Phil Robertson, tra gli
autori del rapporto.
L'agricoltura rappresenta tra l'8 e il 14% della
produzione di gas a effetto serra a livello globale.
Stiamo mostrando come gli agricoltori possono
contribuire a ridurre questa percentuale applicando i
fertilizzanti azotati in modo più preciso''.
''Quando il fabbisogno di azoto delle piante corrisponde
all'azoto fornito, il concime ha sostanzialmente un
effetto minore sulle emissioni di gas serra'', afferma
Robertson. Il punto è proprio non superare questo
fabbisogno: ''Le emissioni di protossido di azoto non
vengono accelerate dai fertilizzanti finché non sono
soddisfatte le esigenze di azoto delle colture.