NAPOLI
-
Ferma
presa
di
posizione
da
parte
del
Consorzio
di
Tutela
della
Mozzarella
di
Bufala
Campana
DOP
a
seguito
dell'operazione
condotta
dalla
Forestale
che
ha
portato
agli
arresti
domiciliari
di
due
allevatori-produttori
e
due
veterinari
della
provincia
di
Caserta.
"Stigmatizziamo
ogni
pratica
illecita
-
dice
in
una
nota,
Domenico
Raimondo,
presidente
del
Consorzio
- ma
sottolineiamo
che,
a
differenza
da
quanto
riportato
già
da
diversi
media,
non
esiste
alcun
rischio
per
la
salute
umana".
Secondo
i
capi
d'accusa
riportati,
infatti,
risulterebbe
che
ad
alcuni
capi
bufalini
sia
stato
somministrato,
ai
fini
di
raggirare
i
controlli
sanitari,
il
vaccino
contenente
il
batterio
vivo
della
brucella,
con
conseguente
seppur
indiretta
adulterazione
di
sostanze
alimentari
quali
il
latte
e i
suoi
derivati.
"Ma,
come
già
spiegato
in
conferenza
stampa
dal
Procuratore
Aggiunto
Raffaella
Capasso,
la
brucella
viene
"inattivata"
alla
temperatura
di
62°
mentre
il
processo
produttivo
della
mozzarella
di
bufala
campana
dop
prevede
l'aggiunta,
nella
fase
di
filatura,
di
acqua
bollente
con
temperature
che
raggiungono
i
90°
- si
legge
nella
nota
-
Tanto
è
vero
che
non
esiste,
nella
letterature
scientifica,
il
caso
di
un
soggetto
che
abbia
contratto
la
brucella
mangiando
mozzarella
di
bufala".
"Chiediamo
ai
media
di
aiutarci
nel
non
creare
un
inutile
allarmismo
-
prosegue
Raimondo
- e
di
collaborare
con
noi
nella
spiegazione
del
caso.
É
evidente
che
situazioni
come
questa
danneggiano
prima
di
tutto
noi
e le
migliaia
di
allevatori
e
produttori
onesti
che
fanno
parte
del
Consorzio
ma
non
giochiamo
con
titoli
ad
effetto
che
rischiano
di
dar
vita
a
fenomeni
di
psicosi
collettiva
con
danni
inimmaginabili
nei
confronti
di
un
prodotto
amato
e
apprezzato
in
tutto
il
mondo".
Intanto
il
Consorzio
già
corre
ai
ripari
e
convoca
un
CdA
straordinario
per
la
prossima
settimana
dove
verrà
decisa
l'applicazione
delle
norme
del
codice
etico
interno
nei
confronti
dei
due
allevatori-produttori.
Ma i
vertici
consortili
si
sono
già
espressi
su
una
serie
di
iniziative
da
proporre
nelle
sedi
preposte.
"Noi
chiediamo
maggiore
durezza
nei
confronti
di
chi
non
rispetta
le
regole
-
conclude
il
presidente
Raimondo
- e
ricordiamo
che
su
molti
aspetti
produttivi
il
Consorzio
non
ha
competenze
che
spettano,
ad
esempio,
alle
Unità
Sanitarie
Locali.
Quindi
punizioni
esemplari
per
chi
delinque,
produttore
o
controllore
che
sia,
perché
questo,
a
nostro
giudizio,
è
l'unico
modo,
insieme
alla
fitta
rete
di
controlli
che
consente
operazioni
come
quella
di
oggi,
di
salvaguardare
una
delle
eccellenze
del
Made
in
Italy".
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