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Da Roma a Trieste, cresce l’Italia altruista

Boom dei network della solidarietà flessibile

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L'idea di una piattaforma solidale sta rapidamente prendendo piede anche in Italia. Si tratta di “Italia altruista”, una rete di volontariato attiva da un paio di anni, pensata sul modello americano del HandsOn Network, associazione ventennale, oggi operante in dodici paesi del mondo, presente in duecentocinquanta città. HandsOn Network collabora con settecentomila associazioni no profit e i dati mostrano un impatto positivo sulla società: vengono realizzati circa trentamila progetti di volontariato al mese e maturate trenta milioni di ore di volontariato per un valore di circa seicentoquindici milioni di dollari all'anno.

Il progetto italiano prevede il coinvolgimento di quanti desiderano investire una giornata, o poche ore, mettendosi a disposizione di chi ha più bisogno. C'è chi entra nel giro a pieno regime, c'è chi invece partecipa di rado, non volendo, o non potendo, garantire un impegno costante; quello che importa è che “Italia altruista” offre formule individuali tali da garantire grande affluenza e una sempre maggiore partecipazione, con conseguente efficienza a beneficio dei più bisognosi.

I risultati? Milioni di persone impegnate nel sociale, che con il loro operato permettono l'evolversi di un volontariato di squadra, basato sui grandi numeri, in cui ognuno può fare molto e impiegare le proprie competenze grazie ad attività e forme di collaborazione adatte a tutti. C'è sempre necessità di qualcuno che faccia compagnia agli anziani, che badi ai bambini, che cucini per i bisognosi, che, in ultima analisi, si metta in gioco. Il fondatore di “Romaaltruista”, attiva dal 2011, Mauro Cipparone, sottolinea come l'assenza di corsi di formazione e di appuntamenti a scadenza fissa, come le riunioni, sia un grande incentivo soprattutto per i giovani, che si sentono liberi di lasciarsi coinvolgere solo in alcune occasioni, a propria discrezione.

Il funzionamento è molto semplice: enti e associazioni scrivono la loro richiesta di aiuto e fino a poco tempo prima è possibile candidarsi per partecipare nelle misure e nei modi appropriati a ciascuno. Così non c'è alcuna necessità di considerare il volontariato un appuntamento da agenda ma solo un modo utile di passare le ore libere, un modo intelligente di rendersi operativi nel contesto sociale. D'altra parte, il problema di personale poco competente non si pone nemmeno grazie ai capi-progetto che guidano i volontari; la modalità di insegnamento prevista è soprttutto l'esperienza sul campo. Associazioni e persone, giovani e anziani, entrano in rapporto in un circolo produttivo e positivo per la comunità, e un cospicuo numero di progetti viene portato a compimento attraverso il lavoro di squadra.

Allo stato attuale i poli dell'associazione sono quattro: Milano, Roma, Trieste e, da breve l'Irpinia, toccando così anche il sud Italia. Il presidente, Stefano Landiorio afferma una verità probabilmente dimenticata tra i molti problemi del nostro paese: <La buona volontà in Italia c'è, l'importante è farla emergere>.

Questa rete parrebbe il punto di partenza ideale che nel giro di qualche anno potrebbe coprire buona parte del territorio italiano. Al momento siamo solo all'inizio dei lavori. Chi risiede nelle città suddette ed è interessato a ricevere ulteriori informazioni, può scrivere a info@italiaaltruista.com o dare un'occhiata al sito www.italiaaltruista.com.

In provincia di Modena è presente l'associazione Melpyou (www.melpyou.com) che opera allo stesso modo e ha già connesso ottanta associazioni e più di mille persone grazie all'ausilio di un blog, pensato per fare conoscere gli enti e il loro operato nel territorio. Dobbiamo augurarci, con ottime speranze di successo, che questa rete solidale si espanda sempre di più, fino alla punta meridionale dell'Italia, giungendo in fine alle isole, e che la cultura del volontariato si diffonda e diventi un caposaldo della nostra società.

 

Europa & Mediterraneo 12/06/2013
Notiziario settimanale di Euromed Carrefour Sicilia - Autorizzazione Tribunale di Palermo n. 26 del  20/21.10.1998