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Sviluppo rurale   linea verticale  

Domande più frequenti sulla politica agricola comune (PAC) e sull'agricoltura europea

Panoramica dell'agricoltura dell'UE

Alcune informazioni di base sulla PAC

Come funziona la PAC

Il costo della PAC

Lo sviluppo rurale

La PAC e l'ambiente in Europa

La PAC e il commercio

La PAC e i paesi in via di sviluppo

Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari

L'allargamento dell'UE

Fonti d'informazione


Panoramica dell'agricoltura dell'UE

Qual è il grado di ruralità dell'UE?
Le zone rurali (terreni agricoli e foreste) coprono più del 90% del territorio dell'UE e accolgono più del 60% della popolazione (agricoltori ed altre persone che vivono in queste zone). (Dati relativi all'UE-27, dopo l'allargamento dell'UE a 27 Stati membri nel gennaio 2007.)

Quanti agricoltori ci sono nell'UE?
L'allargamento dell'UE a 27 Stati membri nel gennaio 2007 ha portato a circa 13 milioni il numero complessivo degli agricoltori. Ai 9,5 milioni di agricoltori dell'UE-25 sono venuti ad aggiungersi i 3,5 milioni di agricoltori dei nuovi Stati membri (Romania e Bulgaria).

Quanti di questi sono piccoli agricoltori?
L'agricoltura dell'UE è caratterizzata da aziende agricole molto diverse tra loro per tipologie e dimensioni. Le dimensioni medie di un'azienda agricola sono di 16 ettari nell'UE-25 e di 11,5 ettari nell'UE-27. Le dimensioni tuttavia non sono l'unico elemento da prendere in considerazione: è ad esempio impossibile paragonare una "piccola" azienda orticola olandese ed un "grande" allevamento di ovini scozzese! Le condizioni di produzione, i costi e i redditi delle due aziende sono molto diversi.

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Qual è la percentuale rappresentata dalle grandi aziende agricole?
Se le dimensioni medie di un'azienda agricola dell'UE-27 sono di 11,5 ettari, il 5% delle aziende agricole superano i 50 ettari. Si tratta di grandi aziende su scala europea, che sono però molto più piccole, ad esempio, delle aziende agricole di Australia, Stati Uniti, Russia o Argentina. La diversità di dimensioni deriva dall'interazione di numerosi fattori (terreno, clima, politiche passate, ordinamento fondiario, ecc) oltre che da ragioni storiche. Anche all'interno dell'UE è difficile generalizzare. Ad esempio, nei Länder orientali della Germania le aziende agricole sono in media molto più grandi che nel resto del paese; se si guarda invece ai nuovi Stati membri, le dimensioni delle aziende agricole della Repubblica ceca superano di gran lunga la media europea.

Qual è l'importanza delle dimensioni di un'azienda agricola per la sua produttività?
La produttività è determinata dalla tecnologia, dalle economie di scala e dalla distanza dai mercati. Anche le dimensioni possono avere un'influenza sulla produttività di un'azienda agricola (ad esempio grazie alle economie di scala rese possibili da grandi unità produttive). Importanti sono anche il tipo di produzione (uova, olive, riso, vino, prodotti biologici, allevamento all'aperto di pollame, ecc.), il suolo e il clima, nonché una serie di altri fattori.

Quali sono i tipi di agricoltura praticati nell'UE?
Grazie alla posizione geografica e alle condizioni climatiche dell'Europa, la produzione agricola dell'UE è estremamente diversificata e può contare su una grande varietà di sistemi produttivi. La gamma di colture degli agricoltori dell'UE è molto ampia: tra le principali figurano cereali (frumento, orzo, avena, segale, mais), semi oleosi (girasole, colza e soia), patate, barbabietole da zucchero, olive e una gran varietà di frutta e verdura. Non vanno poi dimenticati gli allevamenti di bovini, ovini, caprini, suini e pollame.

Le zone rurali sono caratterizzate da una combinazione di aziende estensive ed intensive, di dimensioni diverse, che praticano l'agricoltura convenzionale o quella biologica.

L'Europa, leader nelle esportazioni di prodotti di qualità riconosciuti a livello mondiale, è anche ai primi posti per l'importazione di molti tipi di prodotti.

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Il settore agricolo dell'UE è dominato dalle grandi aziende agricole?
No. Con 15 milioni di agricoltori operanti in aziende di dimensioni medie di circa 11,5 ettari, rispetto ai due milioni di agricoltori degli Stati Uniti con aziende che misurano in media 180 ettari, l'UE registra una predominanza di aziende agricole a conduzione familiare.

In molti casi, la stessa famiglia ha mantenuto la proprietà della terra e l'ha coltivata per molte generazioni, ma in certe regioni sono diffusi anche i fittavoli. È frequente che, all'interno di una famiglia, uno dei figli rilevi l'azienda agricola quando i genitori cessano l'attività. Questo tipo di azienda agricola, nella quale lavorano tutti o alcuni membri della famiglia, è noto come "azienda a conduzione familiare". Si tratta di un elemento importante della società rurale ed è il tipo di azienda predominante nei 27 Stati membri.

Le grandi aziende agricole – nelle quali un'impresa commerciale è proprietaria di terreni, fabbricati, macchinari e bestiame ed impiega del personale per la gestione – sono poco diffuse in Europa, mentre sono più comuni nei paesi del Nuovo Mondo, come negli Stati Uniti.

Qual è il ruolo dei gruppi agroalimentari?
Nella catena alimentare intervengono grandi gruppi commerciali. Se la coltivazione della terra e l'allevamento degli animali sono attività svolte in genere a livello familiare, il resto della catena alimentare è caratterizzato dalla presenza di grandi imprese commerciali, in continua crescita e consolidamento per raggiungere una dimensione critica.

Gli agricoltori hanno bisogno di fattori produttivi, come sementi, fertilizzanti, macchinari e carburante. In genere, questi fattori produttivi sono forniti agli agricoltori da imprese commerciali private o da cooperative degli stessi agricoltori.

Una situazione analoga esiste "a valle", nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti venduti dagli agricoltori. Sebbene alcuni agricoltori vendano parte della loro produzione direttamente sui mercati locali e a piccole imprese di trasformazione, una percentuale molto considerevole viene venduta ad imprese commerciali, che in alcuni casi sono cooperative, di proprietà degli agricoltori stessi. La maggior parte dei prodotti alimentari sono venduti al dettaglio dalle catene di supermercati.

In sintesi, sebbene la situazione non sia affatto la stessa in tutti gli Stati membri, il quadro generale vede, a fronte di un numero elevato di agricoltori, un numero sempre più ridotto di imprese che forniscono i fattori produttivi, trasformano le materie prime prodotte dagli agricoltori e vendono i prodotti alimentari. Alcune di queste imprese operano al di fuori dell'Europa e sono multinazionali globalizzate.

Negli ultimi anni si è assistito ad una concentrazione senza precedenti (attraverso fusioni e acquisizioni) nella catena di approvvigionamento, principalmente nel settore del commercio al dettaglio, ma anche nell'industria di trasformazione alimentare.

Dove è possibile trovare statistiche sull'agricoltura dell'UE?
Nelle sezioni "Statistiche" e "Pubblicazioni" del presente sito.

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Alcune informazioni di base sulla PAC

L'UE sostiene un particolare "modello europeo di agricoltura"?
La posizione generale dell'UE è che l'agricoltura europea debba essere sostenibile, produttiva, competitiva e diffusa in tutta l'Europa, (comprese le regioni svantaggiate e più montagnose). Il settore agricolo dovrebbe continuare a garantire agli agricoltori un tenore di vita accettabile, contribuire alla tutela del paesaggio e alla conservazione della natura e offrire un apporto fondamentale alla vitalità del mondo rurale. Deve inoltre essere in grado di rispondere alle attese dei consumatori e dei cittadini sotto il profilo della disponibilità e dei prezzi degli alimenti, della loro qualità e sicurezza, della protezione ambientale e della tutela del benessere degli animali.

Dalle zone rurali dell'UE la gente si attende sempre più un'offerta differenziata: non solo alimenti, ma anche bellezze naturali, paesaggi, possibilità educative, ricreative e turistiche. Ciò è possibile solo se l'agricoltura è multifunzionale e se, nonostante la riduzione del numero di aziende agricole, le campagne continuano ad essere popolate da comunità autentiche, che producono una gamma di prodotti e servizi.

Che cos’è l’a PAC ?
La PAC, acronimo di Politica agricola comune, è stata istituita nel 1962. L'Europa voleva allora produrre gli alimenti necessari per il proprio sostentamento. Di fronte alla rapida ripresa e alla crescita del settore industriale, vi era inoltre l'esigenza di evitare il ritardo delle popolazioni rurali – perlopiù agricoltori – in termini di reddito e tenore di vita.

La PAC è costituita dall’insieme delle normative e delle prassi adottate dall’UE per dotarsi di una politica comune nel settore dell’agricoltura. La PAC ha riunito le politiche agricole dei sei paesi fondatori. I suoi obiettivi generali erano enunciati nel Trattato di Roma (1957): migliorare la produttività dell'agricoltura, assicurare un tenore di vita equo alle popolazioni agricole, stabilizzare i mercati agricoli (vale a dire stabilizzare l'offerta e la domanda per evitare fluttuazioni eccessive dei prezzi nel corso di un'annata agraria), garantire la sicurezza degli approvvigionamenti ed assicurare prezzi ragionevoli per i consumatori.

In sintesi, l'obiettivo della PAC è quello di preservare, in una prospettiva di lungo termine, il ruolo dell'attività agricola quale fulcro di un ambiente rurale vitale.

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Perché c'è bisogno di una politica agricola "comune" a livello dell'UE, anziché di una serie di politiche agricole nazionali?
La nozione di politica agricola comune è nata negli anni che hanno fatto seguito alla Seconda guerra mondiale, quando vi era penuria di cibo e la sicurezza alimentare costituiva un grave problema. Ci si è resi conto che l'Europa aveva bisogno di gestire la propria produzione alimentare al fine di essere quanto più possibile autosufficiente e che questo richiedeva un approccio unitario. Una politica comune ha permesso che l'agricoltura di tutti gli Stati membri si sviluppasse all'interno di un mercato unico nel quale la concorrenza non fosse falsata.

La rinazionalizzazione della PAC non comporterebbe necessariamente una riduzione della spesa e rischierebbe inoltre di determinare distorsioni della concorrenza tra gli Stati membri.

La PAC garantisce il buon funzionamento del mercato unico dei prodotti agricoli, nel rispetto delle disposizioni e norme comuni e quindi al riparo da distorsioni della concorrenza. Le norme in materia di sicurezza, qualità, commercializzazione, etichettatura, ambiente e benessere degli animali devono essere fissate a livello dell'UE affinché riflettano le aspettative della società europea e garantiscano parità di condizioni in seno al mercato interno.

La PAC, ed in particolare la sua politica di sviluppo rurale, contribuisce al rafforzamento della coesione delle zone rurali dell'UE.

Perché i contribuenti europei sovvenzionano gli agricoltori e non altre professioni?
I politici che hanno elaborato la PAC avevano come principale preoccupazione il problema della sicurezza alimentare dopo la Seconda guerra mondiale, oltre a riconoscere il ritardo dei redditi delle zone rurali rispetto a quelle urbane. Tuttavia, l'agricoltura non è l'unico settore a beneficiare del sostegno pubblico. Numerosi altri settori economici, in particolare l'energia, i trasporti, la ricerca medica e scientifica, ecc. ricevono sovvenzioni pubbliche. Nel contesto europeo i pagamenti all'agricoltura sono forse più visibili in quanto sono gestiti a livello dell'UE e finanziati principalmente dal bilancio comunitario. L'attività agricola è unica nel suo genere rispetto ad altre occupazioni per via della sua alta dipendenza da fattori naturali incontrollabili, come il clima. Contrariamente a quanto accade per altre professioni, la pianificazione aziendale è in balia di questi fattori, senza contare che i prezzi dei mercati agricoli sono estremamente variabili.

L'UE è la sola ad accordare sostegno pubblico ai suoi agricoltori?
No, la maggior parte degli altri paesi sviluppati sostengono e hanno sempre sostenuto l'agricoltura con varie modalità, seppure non necessariamente le stesse dell'UE. La PAC è adeguata ai requisiti sociali, economici e ambientali specifici dell'UE. Dal 1992 una serie di riforme hanno contribuito a modernizzarla e adattarla al XXI secolo.

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Perché gli agricoltori hanno bisogno di sostegno pubblico? I loro redditi non sono già abbastanza elevati?
Contrariamente alle opinioni diffuse in alcuni paesi, l'attività agricola non è una miniera d'oro. Spesso le aziende agricole non sono molto redditizie e gli agricoltori lavorano duro per compensi relativamente bassi. Per molti di loro è un'attività che li occupa 7 giorni su 7. Gli investimenti fondamentali richiesti sono costosi e i redditi poco elevati se confrontati ad altre professioni. Gli agricoltori dell'UE beneficiano di un sostegno al reddito per fornire il tipo di beni di pubblica utilità che non possono essere garantiti esclusivamente dal mercato, come la protezione ambientale, il benessere degli animali e alimenti sicuri e di grande qualità. Il rispetto di queste norme rende la produzione alimentare in Europa più costosa che nei paesi che non impongono ai loro agricoltori il rispetto di norme equivalenti o simili.

Gli agricoltori europei hanno di conseguenza costi di produzione relativamente elevati. Senza il sostegno pubblico sarebbe estremamente difficile per loro competere con gli agricoltori di altri paesi.

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Come funziona la PAC

Chi decide dell'orientamento e dell'attuazione della PAC e di come vengono spesi i fondi?
I 27 Stati membri dell'UE (in sede di Consiglio) decidono dell'orientamento della PAC e della sua attuazione sulla base delle proposte presentate dalla Commissione europea e previa consultazione del Parlamento europeo. Le decisioni più importanti sono prese a livello di ministri in seno al "Consiglio dell'Unione europea". Le norme più dettagliate sono concordate dai rappresentanti degli Stati membri e della Commissione, con il significativo apporto di gruppi consultivi che includono rappresentanti di tutte le parti interessate (agricoltori, operatori del settore agroalimentare e consumatori). La PAC è stata rimodellata in modo da fornire un sostegno diretto agli agricoltori che rispettano le disposizioni comunitarie in materia di ambiente, sicurezza degli alimenti, fitosanità, salute e benessere degli animali (condizionalità) e la politica di sviluppo rurale è stata rafforzata.

Chi gestisce la PAC ?
Le disposizioni normative sono stabilite dal Consiglio dell'Unione europea ed in parte dalla Commissione, ma la gestione corrente della PAC e i pagamenti iniziali agli agricoltori e ad altri operatori avvengono a livello nazionale. La Commissione, il Parlamento europeo e la Corte dei conti dell'UE sovrintendono al processo al fine di garantirne la correttezza e l'efficienza.

Chi decide l'entità del bilancio della PAC?
Il bilancio è deciso ogni anno dal Consiglio dei ministri e dal Parlamento europeo. La decisione si inscrive tuttavia in un quadro pluriennale (solitamente di sette anni) noto come "Prospettive finanziarie" o "Quadro finanziario", che permette di tenere sotto controllo la spesa a lungo termine. L'attuale Quadro finanziario copre il periodo 2007-2013.

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Quali sono i principali obiettivi ed elementi della PAC?
Per più di 40 anni la PAC è riuscita a far fronte alle sfide che si sono presentate. La politica agricola comune è stata istituita negli anni '60, in un'epoca in cui le società pagavano ancora le conseguenze di anni di guerra e in cui non era possibile garantire l'approvvigionamento alimentare. Gli obiettivi della PAC erano quello di incoraggiare la produttività della catena alimentare, assicurare agli agricoltori un tenore di vita equo, stabilizzare i mercati e garantire la disponibilità di cibo a prezzi ragionevoli per i consumatori. Negli anni '80 l'UE si trovava a far fronte quasi in permanenza ad eccedenze delle principali derrate agricole. La PAC si è evoluta nel corso degli anni ed è stata oggetto di svariate riforme. Queste avevano come obiettivo quello di rendere l'agricoltura dell'UE più competitiva nel mercato mondiale sempre più liberalizzato e al tempo stesso di rispondere agli standard elevati richiesti dalla società in materia di ambiente, sicurezza e qualità degli alimenti, salute e benessere degli animali. In questo senso, la PAC è orientata alle esigenze dei consumatori e dei contribuenti, lasciando al tempo stesso agli agricoltori dell'UE la libertà di produrre ciò che il mercato richiede.

I sussidi ingenti sono ancora la norma?
Il bilancio della PAC resta considerevole. La grande differenza rispetto al passato è tuttavia che gli agricoltori non ricevono tanti più sussidi quanto più producono. La spesa per sostenere il mercato e smaltire le eccedenze (vale a dire il ricorso a misure di intervento sul mercato e a sovvenzioni all'esportazione) è stata ridotta drasticamente mentre è in aumento la spesa per il sostegno diretto - collegato al rispetto delle norme in materia di ambiente, benessere degli animali, qualità e sicurezza degli alimenti – e per lo sviluppo rurale, compresi i programmi ambientali.

La PAC aiuta solo le grandi aziende agricole?
Obiettivo della PAC non è quello di favorire le grandi aziende agricole, bensì quello di aiutare le aziende più piccole, attraverso misure speciali, a far fronte a problemi specifici. Tali misure sono una costante della PAC. A seguito della riforma del 2003 è stato introdotto un meccanismo (detto "modulazione") che permette il trasferimento di fondi dagli aiuti diretti al reddito e dalla spesa connessa al mercato al finanziamento delle misure per lo sviluppo rurale. I piccoli agricoltori non sono interessati dalla modulazione ma possono beneficiare degli stanziamenti di spesa addizionali per lo sviluppo rurale.

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La PAC incentiva la modernizzazione dell'agricoltura?
Questo è sempre stato uno dei principali obiettivi della PAC. Le riforme hanno introdotto maggiori incentivi, nel quadro della politica di sviluppo rurale (il secondo pilastro della PAC), affinché gli agricoltori adeguino la loro produzione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti alimentari a requisiti più elevati (ad esempio, incentivi agli agricoltori che partecipano a programmi riconosciuti, volti a migliorare la qualità dei prodotti agricoli).

Si registrano frodi nel quadro della PAC?
Contrariamente a quanto si legge nella stampa, l'importo dei fondi della PAC utilizzati in maniera fraudolenta è limitato (circa lo 0,42 % secondo l'OLAF, l'Ufficio europeo per la lotta antifrode). A volte, a livello locale, possono verificarsi problemi amministrativi che determinano un utilizzo improprio dei fondi della PAC. Negli ultimi anni l'UE ha fatto grandi passi avanti per rafforzare i controlli sul bilancio. Anche le riforme attuate dal 1992 hanno riorientato il sostegno verso i pagamenti diretti, contribuendo a ridurre il rischio di frodi.

Che cosa fa la PAC per le donne occupate nell'agricoltura?
Tra i recenti miglioramenti apportati alla politica di sviluppo rurale dell'UE figurano diverse misure che dovrebbero aiutare le donne a svolgere un ruolo più importante nell'agricoltura e in altre attività rurali. Storicamente, si tratta di una problematica affrontata dagli Stati membri con la consulenza della Commissione europea.

Perché le riforme della PAC sono così frequenti?
È vero che la PAC è stata oggetto di diverse riforme nel corso degli anni. Tenuto conto degli incrementi senza precedenti della produttività agricola e dell'evoluzione considerevole del contesto economico e politico generale, è inevitabile che si rendano necessarie delle modifiche della politica agricola al fine di adeguarla alle mutate condizioni. Le riforme sono state intraprese per evitare una crisi o per consolidare le basi della politica comune. Le riforme erano fondamentali per modernizzare una politica finalizzata all'incremento della produzione, che era rimasta vittima del proprio successo. In risposta alle richieste della società, le riforme si sono incentrate sulla competitività, l'imprenditorialità, la protezione ambientale e la qualità, oltre a rendere la PAC più compatibile con la liberalizzazione degli scambi. Per raggiungere questi obiettivi è stato necessario modificare la natura del sostegno accordato agli agricoltori, passando da un sostegno legato ai prodotti ad aiuti diretti disaccoppiati dalla produzione. L'accento è stato ora spostato sulla pianificazione a più lungo termine per consentire agli agricoltori dell'UE di rispondere meglio alle caratteristiche della domanda, offrire loro maggiore stabilità e più certezze quanto al loro futuro.

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Qual è l'impatto delle riforme per gli agricoltori?
Gli agricoltori possono ora gestire le loro aziende, prendere le decisioni relative alla produzione e commercializzare i loro prodotti senza farsi condizionare dai regimi di aiuti dell'UE. Possono inoltre reagire ai segnali dei mercati e diventare dei veri imprenditori. Essi devono poi conformarsi ad una serie di disposizioni comunitarie riguardanti l'ambiente, la sicurezza degli alimenti, la fitosanità e la salute e il benessere degli animali (condizionalità). La Commissione ha prodotto una serie di valutazioni d'impatto per analizzare le conseguenze della riforma.


Dopo le recenti riforme, l'UE dispone ancora di una politica agricola "comune"?

Certamente. Sebbene la spesa relativa ad alcuni elementi della PAC (ad esempio lo sviluppo rurale) sia cofinanziata dagli Stati membri – in virtù della necessità di tener conto delle specificità nazionali e regionali – la maggior parte delle misure della PAC sono comuni a tutti gli Stati membri; esse restano quindi soggette a disposizioni comuni e sono interamente finanziate dal bilancio dell'UE.

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Il costo della PAC

Quanto costa la PAC al contribuente europeo?
Il costo della PAC deve essere valutato nel giusto contesto. In media, il finanziamento della PAC costa ad ogni cittadino circa 30 centesimi al giorno.

Nel 1995, i pagamenti diretti e le "misure di mercato" (vale a dire l'acquisto di prodotti fuori mercato e il loro stoccaggio, le sovvenzioni all'esportazione, ecc.) assorbivano lo 0,51% del prodotto nazionale lordo dell'UE. Lo stesso dato per il 2005 era pari allo 0,43% e per il 2013 dovrebbe attestarsi intorno allo 0,30%. In sostanza, la PAC (misure di mercato, pagamenti diretti e sviluppo rurale) costa circa 53 miliardi di euro all'anno e rappresenta all'incirca il 40% del bilancio totale dell'UE, sebbene questa percentuale si stia riducendo.

Perché quasi il 40% del bilancio dell'UE è stanziato per l'agricoltura anziché per altri settori?
Gli Stati membri hanno trasferito all'UE il potere decisionale in materia di agricoltura e sviluppo regionale. Tra le decisioni in questione vi sono quelle sul finanziamento delle politiche in questi due settori. Nel caso dell'agricoltura, è il bilancio dell'UE a fornire la stragrande maggioranza dei fondi, integrati poi dai bilanci nazionali degli Stati membri. Nel caso dello sviluppo regionale, il cofinanziamento rappresenta la norma.

Le politiche sviluppate in entrambi i settori hanno implicazioni finanziarie notevoli ed è quindi normale che a ciascuna di esse sia accordata una percentuale significativa del bilancio dell'UE.

Altre politiche, come l'istruzione, i trasporti, la difesa, le pensioni e la sanità sono finanziate e attuate in primo luogo dagli stessi Stati membri e non comportano un intervento significativo dell'UE.

La percentuale del bilancio consacrata all'agricoltura è in via di diminuzione (71% nel 1984, 65% nel 1990 e 33% previsto per il 2013). Circa l'1% della spesa pubblica nell'UE va all'agricoltura. Come contropartita, i contribuenti europei possono beneficiare di un'abbondanza di prodotti alimentari sicuri e di grande qualità, nonché della tutela dell'ambiente e dei paesaggi europei.

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C'è un tetto al bilancio della PAC?
Sì. Il tetto attualmente in vigore, fissato al vertice di Bruxelles nell'ottobre 2002, deve coprire 27 Stati membri fino al 2013. Per restare all'interno di questo tetto, è possibile che si rendano necessari tagli ai pagamenti diretti agli agricoltori dei "vecchi" 15 Stati membri.

Come è finanziata la PAC?
I fondi per la spesa nel quadro della PAC provengono dal bilancio generale dell'UE. Parte della spesa della PAC – quella per le misure di sviluppo rurale – è cofinanziata dagli Stati membri e dall'UE.

Il bilancio dell'UE è finanziato principalmente attraverso le "risorse proprie" dell'Unione; queste includono dazi doganali, prelievi diversi, una risorsa IVA e una risorsa addizionale basata sul reddito nazionale lordo (RNL) degli Stati membri, ad un'aliquota che viene fissata ogni anno. Quest'ultima risorsa rappresenta all'incirca i tre quarti del bilancio dell'UE.

Chi sono i beneficiari della PAC?
A beneficiare della PAC è la società nel suo complesso, in quanto può contare sulla sicurezza dell'approvvigionamento alimentare. Il prezzo dei prodotti alimentari è poi relativamente basso: oggi la voce "alimentazione" rappresenta il 12% della spesa della famiglia media dell'UE-25 rispetto al 30% nel 1960. La società beneficia della PAC anche sotto un altro aspetto: aiutando gli agricoltori, l'UE può contare su un settore agricolo sostenibile, che è a sua volta fondamentale per la società rurale e la sua economia.

Le informazioni sui beneficiari dei pagamenti della PAC sono disponibili in questo sito.

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Qual è la spesa agricola per Stato membro, per settore, ecc. ?
Questo tipo di informazioni sono contenute nella sezione "Statistiche" di questo sito.

Perché la PAC è così burocratica?
Le disposizioni relative alla PAC sono volte a garantire che il denaro dei contribuenti sia speso correttamente. Nonostante i grandi sforzi di semplificazione della normativa, quando si tratta di fondi pubblici, non si può prescindere da un elemento burocratico e di controllo. Una delle priorità della Commissione è semplificare quanto più possibile il funzionamento della PAC.

I consumatori non pagano troppo per i prodotti alimentari?
Il prezzo dei prodotti alimentari nei supermercati e nei negozi ha poco a che vedere con la PAC. A titolo di esempio, il prezzo dei cereali, che beneficia oggi di un sostegno molto limitato da parte della PAC, è una componente minima del prezzo pagato dai consumatori per una forma di pane (e i prezzi dei cereali scendono costantemente da molti anni). Oggi la voce "alimentazione" rappresenta il 12% della spesa della famiglia media dell'UE, rispetto al 30% nel 1960.

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Che ne è dei fiumi di latte e delle montagne di grano?
Le riforme attuate nel 1992 e nel 1999 hanno notevolmente ridotto l'incentivo alla sovrapproduzione e l'equilibrio tra domanda e offerta migliorerà ulteriormente grazie alle riforme messe in atto dal 2003. In taluni settori, tuttavia, si registrano ancora problemi di eccedenze. Questo è uno dei principali fattori alla base delle proposte di riforma presentate dalla Commissione per il settore del vino.

Come si può essere sicuri che gli Stati membri applichino la PAC in maniera equa e senza determinare distorsioni della concorrenza?
Contrariamente alle opinioni diffuse, la Commissione non definisce tutti gli aspetti della PAC e non è responsabile della sua attuazione "sul terreno". Gli Stati membri e le autorità regionali sono responsabili dell'applicazione e della gestione delle disposizioni comuni. Il ruolo della Commissione, con la supervisione della Corte dei conti, è quello di garantire che ciò avvenga nel rispetto delle norme. Nel contesto del mercato unico, è ovviamente importante ridurre al minimo le distorsioni della concorrenza tra gli agricoltori per garantire che essi operino in condizioni di parità.

La Commissione assicura che i finanziamenti nazionali siano utilizzati solo in conformità delle norme sugli aiuti di Stato. Se gli Stati membri non applicano correttamente tali norme, la Commissione può adire la Corte di giustizia.

La Commissione procede a valutazioni per verificare se la PAC raggiunge i suoi obiettivi?
Sì. La Commissione attribuisce una grande importanza alla valutazione e commissiona e analizza sistematicamente studi indipendenti sull'impatto e i risultati delle riforme attuate.

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Lo sviluppo rurale

Che cosa si intende per sviluppo rurale e quali sono i suoi obiettivi?
Si tratta di una politica finalizzata a mantenere la vitalità delle campagne attraverso lo sviluppo equilibrato delle zone rurali. Queste occupano il 90% del territorio dell'Unione e accolgono circa la metà della sua popolazione.

La politica di sviluppo rurale dell'UE è nata nel quadro dell'evoluzione della PAC. I fondi per lo sviluppo rurale possono essere impiegati sia per attività agricole che non agricole (ad esempio: estensione della copertura della banda larga, miglioramento della formazione, aiuti alle piccole imprese, assistenza all'industria di trasformazione alimentare, sostegno al settore dei servizi ed estensione dell'assistenza all'infanzia per consentire ad un numero maggiore di donne che vivono nelle zone rurali di reinserirsi nel mercato del lavoro). Gli Stati membri fissano le loro priorità a livello nazionale, ma devono impiegare almeno il 10% del loro bilancio per misure volte a promuovere la competitività dei settori agricolo e forestale, almeno il 25% per il miglioramento dell'ambiente e delle campagne ed almeno il 10% per misure volte a diversificare l'economia rurale.

In che modo gli agricoltori beneficeranno del rafforzamento della politica di sviluppo rurale?
Gli agricoltori possono beneficiare di tutte le misure disponibili nel quadro della politica di sviluppo rurale, come ad esempio servizi di consulenza aziendale e di assistenza per la trasformazione alimentare e la commercializzazione.

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Chi gestisce la politica di sviluppo rurale?
La politica di sviluppo rurale è attuata tramite programmi di sviluppo rurale elaborati a livello nazionale o regionale. Gli Stati membri o le regioni possono scegliere le misure che rispondono meglio alle loro esigenze specifiche.

L'UE e gli Stati membri si dividono i costi finanziari richiesti dall'attuazione di tali programmi (cofinanziamento), ma gli Stati membri sono pienamente responsabili della gestione dei propri programmi.

La politica di sviluppo rurale è regionalizzata?
I governi dei singoli Stati membri devono formalizzare e stabilire la propria strategia nazionale per lo sviluppo rurale. I programmi specifici possono tuttavia essere elaborati e attuati a livello regionale.

Perché la politica di sviluppo rurale e la politica di sviluppo regionale sono gestite separatamente? Qual è la differenza?
La politica di sviluppo regionale consiste principalmente nel fornire assistenza alle regioni più svantaggiate dell'UE. La politica di sviluppo rurale, dal canto suo, si applica invece in tutti gli Stati membri e in tutte le regioni. La portata e il carattere dei progetti sono diversi e i beneficiari delle due politiche non sono necessariamente gli stessi.

La politica di sviluppo rurale si rivolgeva solitamente agli agricoltori, ma si sta gradualmente indirizzando verso altri soggetti dell'economia rurale in senso lato (proprietari di foreste, lavoratori agricoli o altri gestori del territorio, imprenditori di piccole e medie imprese, organizzazioni non governative locali).

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Quanto denaro viene speso per la politica di sviluppo rurale? Da dove proviene?
Il bilancio stanziato per i 25 Stati membri nel periodo di programmazione 2007-2013 ammonta a 77,6 miliardi di euro (a prezzi correnti). Ulteriori fondi sono stati inoltre stanziati per la Romania e la Bulgaria.

Le origini del nuovo Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) vanno rintracciate nella politica agricola (FEAOG, sezione "Garanzia") e nella politica strutturale (FEAOG, sezione "Orientamento").

Vi è anche una componente che consiste nel trasferimento di fondi dalla politica agricola settoriale alla politica di sviluppo rurale (ad esempio attraverso la "modulazione").

Che cos'è l'approccio "Leader"?
LEADER è l’acronimo francese per "Collegamento tra azioni di sviluppo dell’economia rurale". Non si tratta di una precisa serie di misure da attuare ma, come suggerito dal nome, di una metodologia per attivare le comunità locali e promuovere lo sviluppo rurale, attraverso gruppi d'azione locali. Gli Stati membri devono spendere almeno il 5% del loro bilancio per lo sviluppo rurale nel finanziamento di progetti Leader.

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In che modo lo sviluppo rurale può contribuire alla tutela dell'ambiente?
Gli obiettivi ambientali e di gestione del territorio sono realizzati attraverso misure agroambientali, che costituiscono una componente obbligatoria di ogni programma di sviluppo rurale.

Queste misure contribuiscono alla protezione e alla valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche nelle zone rurali dell'UE.

I pagamenti devono compensare i beneficiari per la loro azione a favore dell'ambiente, come la lotta al cambiamento climatico e la protezione di beni di pubblica utilità, come la qualità dell'acqua. I pagamenti a favore delle zone svantaggiate contribuiscono ad assicurare una gestione sostenibile del territorio.

La politica di sviluppo rurale prevede anche misure per l'imboschimento, incoraggiando ad esempio l'impianto di alberi per ragioni ambientali, come la prevenzione dell'erosione e delle inondazioni, il potenziamento della biodiversità e l'attenuazione del cambiamento climatico, nonché altre misure forestali, come indennità per interventi silvoambientali, azioni di protezione e prevenzione contro gli incendi boschivi, ecc..

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La PAC e l'ambiente in Europa

Qual è l'impatto dell'agricoltura sull'ambiente?
L'attività agricola contribuisce a creare e mantenere un ambiente sostenibile e svolge pertanto un ruolo estremamente positivo; tuttavia in certi casi può anche mettere a rischio l'ambiente. Trovare un equilibrio può essere difficile. È per questo che la PAC riserva un'attenzione crescente ai requisiti ambientali. Le riforme del 2003 hanno spezzato il legame tra aiuti diretti e produzione e hanno introdotto quella che viene definita condizionalità. Questo significa che gli agricoltori ricevono le sovvenzioni solo se rispettano una serie di norme, tra cui quelle ambientali. Gli Stati membri sono tenuti ad investire almeno il 25% del loro bilancio per lo sviluppo rurale nel miglioramento dell'ambiente e delle campagne. Altre normative dell'UE, come la direttiva sui nitrati, assicurano il rispetto di norme ambientali rigorose.

Che cosa fa la PAC per contribuire alla tutela dell'ambiente?
La PAC e i regolamenti dell'UE in generale sono sempre più spesso finalizzati a garantire la sostenibilità ambientale. Dal 1992, la PAC è stata progressivamente adeguata per metterla al servizio degli obiettivi di sostenibilità attraverso un radicale processo di riforma che doveva passare da una politica di sostegno ai prezzi e alla produzione ad una politica di aiuti diretti al reddito e di misure per lo sviluppo rurale.

La riforma della PAC del 2003 ha rafforzato una serie di misure che incoraggiano un'utilizzazione dei terreni e pratiche agricole compatibili con la protezione delle risorse ambientali, sia nel primo pilastro (politica di mercato e dei redditi) che nel secondo (politica di sviluppo rurale).

Nel primo pilastro, le principali risorse sono il disaccoppiamento, la condizionalità obbligatoria e la modulazione. Con disaccoppiamento si intende il fatto che non vi è più un legame tra aiuti diretti e produzione, il che riduce gli incentivi alle pratiche agricole intensive. Con la condizionalità, l'erogazione integrale dei pagamenti diretti agli agricoltori è subordinata al rispetto di un certo numero di requisiti obbligatori in materia di gestione dell'azienda, incluse le norme ambientali. La modulazione consente il trasferimento di fondi dal primo al secondo pilastro in modo da aumentare la dotazione disponibile per le misure agroambientali.

Nel secondo pilastro, esistono una serie di misure per promuovere la protezione dell'ambiente. Esse includono in particolare le misure agroambientali, il sostegno agli agricoltori nelle zone Natura 2000 e in altre zone di grande pregio naturale e il sostegno alle zone svantaggiate.

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Che cosa fa la PAC per l'agricoltura biologica?
Le norme comunitarie garantiscono l'autenticità dei prodotti biologici da qualunque luogo essi provengano e impongono la presenza di informazioni precise sull'etichetta. L'uso dell'aggettivo "biologico" in riferimento a generi alimentari è riservato ai soli prodotti dell'agricoltura biologica, al fine di fornire garanzie ai consumatori circa la qualità e l'affidabilità dei prodotti biologici che acquistano. Gli agricoltori e i produttori di alimenti biologici hanno la facoltà di usare il marchio biologico comunitario nel quadro di un processo di certificazione. Nel dicembre 2005, la Commissione ha proposto un nuovo regolamento sull'agricoltura biologica per migliorare l'informazione dei consumatori, semplificare le procedure per gli agricoltori ed ampliare il campo d'applicazione del regolamento vigente.

In che modo la PAC promuove lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili?
La riforma della PAC del 2003 ha introdotto un nuovo pacchetto di aiuti per incoraggiare la produzione di colture a scopo energetico. Resta inoltre in vigore il regime che consente di utilizzare i terreni messi a riposo per la produzione di colture destinate a finalità non alimentari (tra cui la produzione energetica). Il nuovo regime di aiuti a favore delle colture energetiche fa parte della strategia globale dell'UE per incrementare la percentuale di energie rinnovabili nell'UE. Si tratta della componente agricola di una gamma più ampia di misure.

Che cosa fa la PAC per le risorse genetiche in agricoltura?
Il programma comunitario per la conservazione, la caratterizzazione, la raccolta e l'utilizzazione delle risorse genetiche in agricoltura cofinanzia azioni per la conservazione delle risorse genetiche, la promozione dell'utilizzo di specie e varietà sottoutilizzate in agricoltura e un migliore coordinamento delle azioni nell'ambito delle iniziative internazionali sulle risorse genetiche. L'attuazione del programma comunitario è complementare alle attività ammissibili a norma del regolamento sullo sviluppo rurale e dei programmi quadro della Comunità europea per la ricerca e lo sviluppo tecnologico.

Facendo seguito a due inviti a presentare proposte pubblicati nel 2005 e nel 2006, sono state selezionate 17 azioni transnazionali con 180 partecipanti, 23 Stati membri e 14 paesi esterni all'UE, con un cofinanziamento complessivo di circa 9 milioni di euro.

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La PAC consente l'utilizzo delle tecnologie di modificazione genetica nell'agricoltura dell'UE?
Sebbene le tecnologie di modificazione genetica siano estremamente importanti per l'agricoltura, la PAC non disciplina di per sé l'uso delle biotecnologie. Vi sono però altri quadri normativi che regolamentano l'utilizzo, l'emissione sperimentale, l'autorizzazione, l'immissione in commercio, l'etichettatura e gli spostamenti non intenzionali degli organismi geneticamente modificati (OGM). La PAC si applica tuttavia ad un aspetto specifico, vale a dire la coesistenza di colture geneticamente modificate e di produzioni convenzionali e biologiche.

La PAC riguarda la silvicoltura?
Il campo di applicazione della PAC non include la silvicoltura commerciale in quanto tale, ma si limita agli agricoltori e all'attività agricola. Sono tuttavia previste forme di sostegno per gli agricoltori che intendano piantare alberi sui loro terreni, di norma nel quadro delle loro attività agricole. L'imboschimento dei terreni agricoli è pertanto entrato a far parte della politica agricola. La silvicoltura, se correttamente gestita, può avere un impatto significativo e positivo sul paesaggio naturale e sulla biodiversità.

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La PAC e il commercio

Le sovvenzioni dell'UE determinano distorsioni dei mercati mondiali a scapito dei paesi meno sviluppati?
È vero che le sovvenzioni all'esportazione ed altre misure analoghe hanno un'influenza sui mercati mondiali. L'UE utilizza un sistema trasparente, in cui le sovvenzioni alle esportazioni sono visibili, contrariamente a quanto avviene per i nostri partner commerciali dell'OMC. Ad ogni modo, le sovvenzioni all'esportazione dell'UE sono in continua diminuzione e di fatto, dal 1990, la posizione di esportatore netto dell'UE si è ridotta in ogni singolo settore. Nei cinque anni dal 1999/2000 al 2003/2004, la spesa per le sovvenzioni all'esportazione è stata dimezzata. Inoltre, nelle discussioni in seno all'OMC, l'UE si è impegnata ad abolire progressivamente tutte le sovvenzioni all'esportazione entro il 2013 (a condizione che tutte le altre parti assumano impegni analoghi in relazione ai propri programmi di sostegno all'esportazione).

Si può ancora parlare di "fortezza Europa"?
Le tariffe agricole sono in genere più elevate perché l'agricoltura è stata inserita nelle norme del commercio internazionale solo dal 1995, dopo la conclusione dell'Uruguay Round che ha portato alla nascita dell'OMC. Se per alcuni prodotti agricoli l'UE mantiene tariffe elevate, la tariffa agricola media è pari al 23%, che si attesta all'incirca alla metà della scala e nelle discussioni in seno all'OMC l'UE ha proposto di ridurla al 12%. In realtà, inoltre, per buona parte dei nostri scambi le tariffe applicate sono più basse, in quanto l'UE consente un accesso preferenziale attraverso numerosi accordi bilaterali con i partner commerciali. L'UE è il maggiore importatore mondiale di prodotti agricoli, ne importa infatti dai paesi in via di sviluppo più di quanto facciano Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Giappone nel loro insieme. L'UE ha aperto completamente il suo mercato alle importazioni dei 49 paesi più poveri del mondo, in esenzione da dazi doganali e da contingenti.

Le riforme della PAC del 2003 e del 2004 rafforzano la posizione dell'UE nell'OMC?
Sì. Grazie a tali riforme, l'UE può rafforzare i suoi argomenti politici con la dimostrazione concreta che è passata dalle parole ai fatti, adottando una politica che risponde alle esigenze più ampie della società, riducendo al tempo stesso significativamente le forme di sostegno che provocano distorsioni e mantenendo i mercati comunitari aperti agli scambi con i paesi terzi. Nell'ambito delle discussioni all'OMC, le riforme ci hanno consentito di proporre una riduzione del 70% delle nostre sovvenzioni interne che provocano distorsioni degli scambi.

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La PAC e i paesi in via di sviluppo

È vero che l'UE "inonda" i mercati dei paesi in via di sviluppo di prodotti alimentari sottocosto ?
Da una recente valutazione risulta che non vi sono prove evidenti degli effetti negativi prodotti dalle misure di sostegno all'esportazione sui paesi in via di sviluppo. Questo argomento viene spesso avanzato da coloro che scelgono di ignorare le grandi riforme della PAC messe in atto dagli anni '90. Abbiamo fatto molta strada rispetto alle eccedenze degli anni '80: le eccedenze esportabili si sono ridotte e le sovvenzioni all'esportazione sono in netta diminuzione e scompariranno del tutto qualora si raggiunga un accordo in sede di OMC. È difficile riconoscere la fondatezza delle accuse di dumping tenuto conto del ridimensionamento della posizione di esportatore netto dell'UE a partire dagli anni '90.

Le attuali concessioni commerciali dell'UE determinano un reale beneficio per i paesi in via di sviluppo? È possibile quantificare questo beneficio?
L'ultimo ciclo di negoziati commerciali ha offerto nuove opportunità ai paesi in via di sviluppo, a cui è attribuibile quasi la metà (47 miliardi di dollari) della crescita del commercio agricolo (pari a 100 miliardi di dollari) tra il 1993 e il 1998. In tale periodo le esportazioni dei paesi in via di sviluppo sono aumentate del 39%, passando da 120 a 167 miliardi di dollari. L'UE ha svolto un ruolo importante in questo processo di crescita. Nel quadro dell'iniziativa "Tutto tranne le armi", essa garantisce infatti ai 49 paesi meno sviluppati del mondo il libero accesso al mercato europeo di tutti i loro prodotti, tranne le armi, in franchigia da dazi doganali e senza contingenti. L'UE rappresenta il più grande mercato per le esportazioni agricole di tali paesi (3,2 miliardi di dollari nel 2004). Nel complesso 178 paesi in via di sviluppo beneficiano delle preferenze comunitarie nell'ambito del "sistema delle preferenze generalizzate". L'UE offre maggiore assistenza allo sviluppo del commercio che tutti gli altri paesi nel loro complesso e dal 2001 a oggi ha erogato a tal fine circa 750 milioni di euro. L'UE assorbe l'85% delle esportazioni agricole dell'Africa e il 45% di quelle dell'America Latina. Importa infatti più prodotti agricoli dai paesi in via di sviluppo di quanto facciano Stati Uniti, Australia, Giappone, Canada e Nuova Zelanda nel loro insieme.

Qual è l'approccio adottato dall'UE nei confronti dei paesi in via di sviluppo e meno sviluppati?
Per l'UE è evidente che lo sviluppo del commercio tra tutti i paesi debba essere condotto nel quadro delle norme commerciali multilaterali a vantaggio di tutti i paesi, in particolare quelli in via di sviluppo. L'UE si impegna a rispettare i negoziati OMC condotti nell'ambito dell'Agenda di Doha per lo sviluppo, finalizzati a una maggiore liberalizzazione degli scambi e alla promozione dello sviluppo. I paesi sviluppati devono applicare tagli più significativi e più immediati alle tariffe rispetto ai paesi in via di sviluppo più avanzati. I paesi meno sviluppati devono beneficiare di un ciclo in cui non sono tenuti ad assumere impegni eccessivamente vincolanti ("Round for free").

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Qualità e sicurezza dei prodotti alimentari

Qual è l'approccio generale in materia di qualità dei prodotti alimentari?
L'UE tutela la sicurezza dei prodotti alimentari in molti modi, ad esempio attraverso misure per innalzare la sicurezza alimentare e l'igiene, normative veterinarie e fitosanitarie, disposizioni sul controllo dei residui di antiparassitari e sugli additivi nei prodotti alimentari.

La qualità degli alimenti viene garantita attraverso misure sull'etichettatura, norme di commercializzazione e di qualità, la protezione delle indicazioni geografiche, nonché informazioni nutrizionali o norme sul benessere degli animali.

I nostri alimenti sono sicuri?
Rispetto alle crisi alimentari degli anni '90, l'UE ha compiuto grandi passi avanti in materia di sicurezza alimentare e dispone oggi di sistemi generalizzati per garantire la sicurezza dei suoi alimenti.

In che modo la PAC promuove alimenti di migliore qualità?
Oltre a migliorare la sicurezza alimentare, l'UE ha adottato numerose misure per promuovere il miglioramento della qualità alimentare (nell'ambito delle varie componenti della PAC). Queste vanno dalle norme di commercializzazione, ai marchi di qualità e all'etichettatura, a norme commerciali volte a garantire standard elevati.

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Che cosa prevede la PAC in relazione al trattamento degli animali?
Il Trattato di Amsterdam, entrato in vigore nel maggio 1999, introduce nuove norme fondamentali per la protezione degli animali nel "Protocollo sulla protezione e il benessere degli animali". Questo riconosce che gli animali sono esseri senzienti e fa obbligo alle istituzioni europee e agli Stati membri di tenere pienamente conto delle prescrizioni in materia di benessere degli animali al momento di formulare e applicare la legislazione comunitaria. Sono state quindi introdotte norme rigorose in materia di benessere degli animali da allevamento e le misure della politica di sviluppo rurale prevedono incentivi agli agricoltori per migliorare ulteriormente il benessere degli animali.

Perché l'UE continua ad autorizzare l'esportazione di animali vivi?
Tenuto conto delle preoccupazioni espresse dai cittadini sul trattamento del bestiame esportato per la macellazione, alla fine del 2005 l'UE ha abolito le sovvenzioni all'esportazione per la maggior parte degli animali vivi. Restituzioni all'esportazione sono ancora previste solo per il bestiame esportato a fini di riproduzione, il cui trattamento appare accettabile, in quanto si tratta di animali che non sono destinati alla macellazione, ma al miglioramento delle mandrie e delle condizioni di riproduzione.

In che modo l'UE tutela la salute degli animali?
L'UE si è dotata di numerosi regolamenti e orientamenti, che riguardano tutti i tipi di malattie animali. Gli Stati membri operano nel rispetto di questi orientamenti, che sono stati notevolmente migliorati nel corso degli anni grazie all'accumularsi di esperienze e conoscenze (nonché alle risorse consacrate a questi problemi).

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Perché l'UE fissa norme di commercializzazione e di qualità relative alle dimensioni e alla forma dei prodotti?
I media hanno dato molto risalto alla questione (ad esempio con articoli sulle norme per i cetrioli ed altri prodotti ortofrutticoli). La verità è che le norme di commercializzazione per tali prodotti servono semplicemente a garantire ai consumatori la migliore qualità. Oltre a mantenere fuori dal mercato i prodotti non soddisfacenti e ad orientare i produttori e gli operatori della catena di commercializzazione affinché possano soddisfare le esigenze dei consumatori, le norme comuni agevolano relazioni commerciali basate su una concorrenza leale. Esistono perché è l'industria alimentare a volerle. In un mercato unico, è più utile avere norme comuni che un mosaico di norme nazionali. Rispetto ad un insieme eterogeneo di norme nazionali, le norme armonizzate a livello UE aumentano la trasparenza per i consumatori e consentono il corretto funzionamento del mercato unico.

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L'allargamento dell'UE

La PAC aiuta gli agricoltori nei nuovi Stati membri?
Alla luce dell'importanza dell'attività agricola, ma anche dell'esigenza di ristrutturare l'agricoltura nei nuovi Stati membri rispetto agli UE-15, la PAC ha rappresentato un aspetto fondamentale dei trattati di adesione.

Qual è l'impatto della PAC sugli agricoltori dei nuovi Stati membri?
Nei 10 nuovi Stati membri che hanno aderito all'UE nel 2004, gli agricoltori hanno assistito all'aumento dei prezzi alla produzione per una serie di prodotti, in particolare carni suine, carni bovine di alta qualità, pollame ed alcuni prodotti lattiero-caseari, e i redditi hanno registrato un incremento eccezionale. Questo dimostra l'impatto positivo dell'adesione all'UE per il settore agricolo, grazie all'accesso al mercato unico e all'attuazione della PAC.

Nel 2004 il reddito agricolo è aumentato del 58% in termini nominali rispetto all'anno precedente grazie al miglioramento dei prezzi e ai pagamenti diretti dell'UE.

I nuovi Stati membri beneficeranno dei fondi comunitari per modernizzare il loro settore agricolo e procedere agli adeguamenti strutturali necessari per sfruttare pienamente i vantaggi del mercato unico.

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Fonti d'informazione

Come posso saperne di più sul funzionamento della PAC nel mio paese?
Le modalità dettagliate dell'attuazione della PAC sono decise a livello nazionale. Per avere le risposte a domande specifiche sull'applicazione della PAC è possibile contattare le autorità competenti a livello nazionale o regionale. L'elenco sarebbe troppo lungo, ma vi proponiamo una selezione di collegamenti utili.

Come posso saperne di più sui programmi di sviluppo rurale nel mio paese?
Gli Stati membri sono responsabili dell'elaborazione dei programmi di sviluppo rurale nel loro paese e devono farlo nel rispetto di determinate norme. Per garantire che ciò avvenga, i programmi devono essere approvati dalla Commissione europea. I nuovi programmi per il periodo 2007-2013 sono in fase di completamento.

Quali sono le principali fonti di informazione sulla PAC?
Il sito "Agricoltura e Sviluppo rurale" della Commissione è la fonte più completa e contiene link verso molti altri siti dell'UE, ma anche verso siti nazionali ed internazionali.

Dove si possono trovare informazioni su sovvenzioni, prestiti e sussidi?
Ancora una volta, le migliori fonti di informazione sono quelle a livello nazionale o regionale, ma il sito web della Commissione offre una panoramica di tutte le misure.

Dove è possibile trovare informazioni sulle politiche collegate (ad esempio, ambiente, commercio, sicurezza alimentare, salute degli animali ecc.)?
Sulla pagina Politiche UE, cliccando sulla politica che vi interessa.


 


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Ultimo aggiornamento: 14.3.2007